28 febbraio 2002

Fino al 10.III.2002 Raghubir Singh. Una retrospettiva Venezia, Fondazione Querini Stampalia

 
Venezia rende omaggio ad un grande artista contemporaneo scomparso nel 1999 a New York. Singh, con le sue foto, ha raccontato la realtà contraddittoria del suo paese, l'India, in un'epoca in cui tradizione e progresso si risolvono troppo spesso, su scala mondiale, in profondi e dolorosi conflitti sociali e culturali...

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La retrospettiva curata da Filippo Maggia alla Fondazione Querini Stampalia si inserisce in un fitto programma di iniziative legate a Venezia Immagine, progetto che culminerà con la 3a edizione del Salone della Fotografia ai primi di marzo. In verità a Filippo Maggia si deve rendere il giusto merito per aver curato l’intero programma che ha portato in laguna uno splendido Araki ed un nutrito gruppo di artisti promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nell’ambito del laboratorio “Da Guarene all’Etna”. Se l’anno scorso il Salone della fotografia veneziano aveva suscitato non poche perplessità, quest’anno gli auspici non potevano essere migliori grazie ad un notevole sforzo organizzativo e l’illuminata opera di Maggia.Singh Raghubir, Subhas Chandra Bose statue, Calcutta, West Bengal, 1986
Alla Querini si va per vedere una delle 2 sedi della mostra di Araki e si esce innamorati di Singh, di quei 43 scatti realizzati nell’arco di un periodo lungo, dal ’75 al ’97, dai quali emerge un universo nuovo e sconosciuto, visto attraverso l’obiettivo di un uomo dalla personalità fortissima e dalla grande capacità analitica, che sa unire all’attenzione per il dettaglio più minuto la sintesi quasi esemplare di accadimenti di natura diversa, eppure ugualmente intensi e verissimi. Ci sono i momenti topici dei riti di una religione antica e radicata e quelli della quotidianità solo in apparenza insignificanti, ci sono i colori, i volti, i gesti di un popolo fiero e legato alla propria identità e tradizione, ci sono le tracce evidenti di una modernità che avanza, invocata e temuta insieme.
Forse è il rigore del metodo uno dei maggiori pregi di Singh: nelle sue foto sono evidenti l’attenzione maniacale al bilanciamento dei volumi, la distribuzione degli spazi sulla scena e l’abilità nel raccordare tutto ciò in impianti prospettici sempre inediti. I colori accesi risultano talora elementi di grande importanza in un’ottica geometrica, ma l’abilità dell’artista nel rifuggire gli schemi è chiaramente mostrata in altri lavori, impostati in una dinamica chiaroscurale o addirittura monocroma, nei quali si esalta l’ispirazione spirituale.
Singh Raghubir, Television set, Chidambaram festival Tamil Nadu, 1993Nei ritratti o tra la folla, l’uomo è spesso protagonista, nella gioia, nella malinconia, nella solitudine, nella fierezza o nella rabbia: ma l’uomo di Singh non è mai vinto: in un palazzo o in una tenda, per la strada o nel mercato, tra i bassifondi o in una baracca fatiscente, si respira sempre una sorta di solennità e di sacralità, al punto che qualcuno potrebbe criticare, dell’arte di Singh, proprio quella perfetta armonia che lo porta a rappresentare una realtà che sembra esaurirsi in sé come attimo di irripetibile bellezza.

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Alfredo Sigolo


“Raghubir Singh. Una retrospettiva” a cura di Filippo Maggia
Dal 9.II.2002 al 10.III.2002
Venezia, Fondazione Querini Stampalia, Castello 5252
Ingresso: 6 € (ridotto 4 €) Il biglietto consente la visita al museo, e alle mostre “Araki in Venice” e “Le vedute di Tommaso Filippi fotografo” allestite presso la Querini Stampalia.
Orari: dom_mer_mer_gio dalle 10 alle 18, ven_sab dalle 10 alle 22 (lunedì chiuso)
Tel: 041714066 Fax: 041713151 E–mail: veimmagine@veneziafiere.it


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