21 marzo 2014

Fino al 23.III.2014 Nuova Gestione Luoghi vari, Roma

 
Torna Nuova Gestione. A due anni di distanza dal primo intervento, i negozi e le strutture di Casal Bertone ospitano progetti di arte contemporanea "community specific" -

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In un panorama in cui parlare di arte relazionale, arte che interagisce con lo spazio e, soprattutto, con il proprio pubblico sta diventando un argomento all’ordine del giorno, c’è chi pensa a portare l’arte fuori dal museo – talmente fuori da approdare nei quartieri dove arte e promozione culturale non sono propriamente nella lista delle cose da fare. C’è chi lo fa e anche molto bene, tanto da replicare il successo di due anni fa con una nuova invasione di campo.
Il progetto Nuova gestione ritorna, dopo la prima edizione nel quartiere romano del Quadraro nel 2012, questa volta a Casal Bertone. Quartiere sorto negli anni Venti tra linee ferroviarie e impianti industriali, Casal Bertone è nell’immaginario collettivo grazie al fatto di essere stato set cinematografico scelto da Pier Paolo Pasolini per Mamma Roma e da Mario Monicelli per I Soliti Ignoti , ed è stato successivamente colpito da un forte processo di cementificazione. Come cambia l’approccio del progetto rispetto alla precedente edizione? Rimane lo stesso o è cambiato rispetto a due anni fa? 
Nuova Gestione, Daniele Spanò, vista dell'installazione, foto di Andrea Papi
«L’approccio è rimasto fondamentalmente lo stesso, nella fase preparatoria alterniamo il ruolo di curatori a quello di mediatori tra i vari attori del progetto» raccontano i curatori del collettivo sguardo contemporaneo. «”Community specific” è la definizione che meglio incarna le intenzioni di Nuova Gestione sia per quanto riguarda la parte artistica che quella preparatoria. L’iniziativa che si rivolge in primis alla comunità del quartiere che la ospita, per rivitalizzarne la vita culturale attraverso opere concepite da e per quel contesto». L’idea di base è quella di ridare vita a esercizi commerciali in disuso attraverso l’intervento di artisti che ripensino quegli spazi per raccontare una storia sul quartiere a chi quel quartiere lo abita – e che all’arte è poco addicted. Qual è stata la risposta del quartiere e quali le aspettative per i giorni di apertura a questo proposito? «La risposta del quartiere è stata positiva e stimolante fin dall’inizio, sin da quando abbiamo cominciato un anno fa la ricerca degli spazi, durante le giornate di riprese del video teaser, fino all’opening dell’11 marzo», spiega Nicoletta Guglielmucci, una delle curatrici del collettivo. 
Nel locale che ospitava una macelleria in Via Carlo Mazzacapo,8 Daniele Spanò racconta gli abitanti del quartiere attraverso i loro video ritratti incorniciati nelle architetture che rimandano ai luoghi simbolo di Casal Bertone: la chiesa, il cosiddetto Palazzo dei daini – ex residenza per i ferrovieri – e la scuola. Nella tappa centrale di Via Domenico De Dominicis,14 si incontrano tre artisti: il lavoro di Maria Carmela Milano riflette sul tema ancora attuale della fabbrica – la location era una sede della SNIA – a partire dal filo di nylon utilizzato dalle tessitrici, che diventa strumento per raccontare ciò che si nasconde dietro ad un vestito; Michela De Mattei utilizza le proiezioni di immagini architettoniche riflesse nelle pozzanghere, messe in comunicazione con la materialità del ferro e del vetro; Matteo Nasini, invece, ha ideato una piattaforma veicolata tramite social network – vera e propria comunicazione 2.0 – grazie alla quale sarà possibile raccogliere testimonianze da parte dei cittadini, di modo da creare una storia di diario/guest book di passaggi avvenuti durante l’apertura della mostra. Nella sede della Polisportiva di Casal Bertone occupata in Via Govone, il duo di artiste Grossi Maglioni ripercorrono alcune tappe storiche dell’occupazione del quartiere, a partire da un luogo che ha rappresentato in passato il principale centro di aggregazione sociale della zona e importante realtà sociale soprattutto per i giovani in alternativa alla strada. Novità di questa nuova edizione è la presenza dello studio romano di architetti TAU in Piazza Santa Maria Consolatrice, chiamati a immaginare nuove soluzioni progettuali per il quartiere, indagandone con i cittadini problematiche e aspettative di contesto. 
Un processo di disseminazione culturale, coraggioso e che possa essere anche contagioso. 
Alessandra Caldarelli 
mostra visitata l’11 Marzo
Dall’11 al 23 marzo 2014
Nuova Gestione
Casal Bertone, Roma

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