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Si intitola “Modern Times”, anche se nell’italiano “Tempi Moderni” suona quasi meglio. È la mostra di Hiroshi Sugimoto, fotografo giapponese classe 1948, che sbarca a Palazzetto Tito in collaborazione tra Fondazione Bevilacqua La Masa e Fondazione Fotografia di Modena.
Una serie di nuove immagini, undici per la precisione, dedicate alle icone dell’architettura internazionale, che saranno presentate proprio in occasione della prossima Biennale, scattate all’interno dei più famosi musei mondiali e dei monumenti più celebri, tra cui due scatti comprendenti gli ultimi “sguardi” sulla Serpentine Gallery di Londra e il MoMA di New York, sul quale l’autore si sofferma con attenzione particolare, costruendo una minuziosa rete di interrelazioni tra le aree originali, progettate nel 1939 da Goodwin e Stone, e i recenti rinnovamenti inaugurati nel 2004 a firma dall’architetto giapponese Yoshio Taniguchi, che saranno presto rimpiazzati dal team della discordia Diller Scofidio + Renfro.
Ma la selezione di opere avrà anche spazio per le “Architecture series” degli anni ’90, che ha guardato alla Tour Eiffel, il Guggenheim di Bilbao, la chieda di Le Corbusier Notre-Dame-du-Haut.
la Torre Einstein di Erich Mendelsohn e il monumento ai Caduti del futurista Antonio Sant’Elia: tutte immagini completamente fuori fuoco, realizzate con lunghissimi tempi di esposizione e spesso scattate da punti di vista inconsueti ma evocativi, dissolvendo i confini del tempo e della memoria e indagando i luoghi nella loro essenza, mischiando arte, storia, scienza e religione e combinando idee meditative orientali con elementi della cultura occidentale. Un’anticipazione di quella che sarà, inoltre, la prossima retrospettiva italiana di Sugimoto, nell’inverno del 2015 proprio a Modena, dove saranno presentate – oltre alle opere incluse in questa selezione veneziana – tutte le più importanti serie dei suoi lavori. Una serie di anteprime, sotto tutti i punti di vista, che renderanno ancora più appetibile i giorni dell’opening veneziano per gli appassionati d’arte, di solito piuttosto radi durante l’Esposizione Internazionale d’Architettura. Ma quest’anno, siamo sicuri, ci saranno eccezioni.