13 aprile 2014

A Roma le periferie riprendono vita. Ecco l’esempio di SANBA, con l’associazione Walls che lavora a pieno ritmo sull’arte pubblica

 

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Stazione metro SANBA, quartiere S.Basilio a Roma, progetto Orizzontale con WALLS, foto di Mariangela Capozzi

Tutti in piazza con SANBA, il progetto di arte urbana partecipativa organizzato dall’associazione culturale WALLS nel quartiere periferico di San Basilio, a Roma. Week end di festa, con l’inaugurazione della stazione di una metropolitana cancellata a dire il vero dalle mappe del Comune, SANBA, realizzata dagli studenti della scuola superiore Von Neumann, nell’ambito del laboratorio di design urbano organizzato dal gruppo di architetti di Orizzontale [vincitori del contest YAP Maxxi 2014 n.d.r.]. Un’iniziativa per esplorare insieme le tecniche di auto-costruzione di spazi pubblici, facendo tesoro degli insegnamenti di un gruppo di architetti davvero all’avanguardia in questo settore e che hanno stupito tutti per l’incredibile approccio umano che hanno rivelato in un lavoro del genere. L’opening nel quartiere è seguito alle settimane di lavoro con altri laboratori: quello di stampa tipografica, sotto la guida dell’artista Irene Rinaldi, in cui i ragazzi della scuola media Fellini hanno realizzato i manifesti del progetto e li hanno attaccati negli esercizi commerciali della zona e poi quello di muralismo espanso che vede coinvolti gli alunni della scuola elementare Gandhi. Tanta attesa anche per il laboratorio di scrittura creativa, tenuto da Kinesis, che realizzerà anche un documentario sul progetto finanziato da Fondazione Roma e che vede il supporto del Comune di Roma, Ater Roma, Zetema, Biblioteche di Roma e del centro culturale Aldo Fabrizi, che ospita i laboratori. Un’iniziativa per rendere i cittadini e soprattutto i più giovani «protagonisti in prima persona di un’arte non confinata negli spazi museali e dunque fruibile solo da un élite, bensì aperta alla fattiva cooperazione di cittadini, strumento di promozione culturale, di coesione sociale e di formazione di una coscienza civile: in poche parole Arte Pubblica». (Mariangela Capozzi)

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