17 aprile 2014

Momenti d’arte tra le Catacombe di San Gennaro e l’Osservatorio Astronomico. Chiude la prima edizione di “Paleocontemporanea”, la collettiva itinerante che ha unito Napoli. La premiazione al MADRE

 

di

Simone Frattini per Paleocontemporanea

Quando il sincretismo tra superstizione e fede è una filosofia di vita, anche i Santi possono diventare fidati amici, in grado di realizzare miracoli. San Gennaro, patrono di Napoli, è riuscito nell’impresa di riunire la vastità del cielo e le profondità della terra. Tutt’altro che un evento apocalittico, perché stiamo parlando delle Catacombe dedicate al martire, nel rione Sanità, e dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte. Luoghi diametralmente opposti ma uniti dallo stesso concetto, alla base della mostra “Paleocontemporanea”. 
La collettiva, promossa dalla cooperativa La Paranza e dall’associazione Essearte, fu presentata a settembre 2013 ed è stata realizzata come un lungo percorso espositivo, il cui nucleo principale ha trovato sede negli ipogei della Basilica del Buon Consiglio e nelle Catacombe di San Gennaro, dopo aver coinvolto anche il Museo di Capodimonte, l’Osservatorio Astronomico, il Museo Archeologico Nazionale e l’aeroporto di Capodichino. In queste sedi, artisti esordienti e altri già affermati, tra i quali, Betty Bee, Gerardo Di Fiore, Mimmo Jodice, Ciro Vitale, Giuseppe Zevola, hanno esposto le loro opere, per creare un immediato confronto con i reperti archeologici e gli ambienti specifici. Un esperimento sulla fruibilità e sulle potenzialità dell’arte che ha dato ottimi frutti: risonanza sui mezzi di informazione e conseguente incremento di visitatori per i siti coinvolti, tutti ben collegati grazie a navette e ticket di ingresso speciali, messi a disposizione da Artecard. Oltre a una diretta ricaduta culturale e sociale sui quartieri interessati, in particolare il rione Sanità, una zona ad alta densità storica, tra Palazzo San Felice e il Cimitero delle Fontanelle. Non proprio miracoli ma quasi, che hanno portato risultati concreti, come la premiazione di Simone Frattini, classe 1991, vincitore, con l’opera “Plus ultra”, del concorso “Paleocontemporanea Giovani”, e la pubblicazione di un ampio catalogo, edito da Arte’m, a cura di Holger Mikau, con contributi di Ilaria Borletti Buitoni, Paola De Conciliis, Marco De Gemmis, Massimo Della Valle, Mauro Gargano, Michele Iacobellis, Sergio Liguori, Antonio Loffredo e Andrea Viliani. L’organizzazione è stata complessa e si è imposta la necessità di sviluppare una rete di collaborazione tra enti diversi. In questo modo, La Paranza e Essearte hanno messo in moto quegli ingranaggi di cooperazione, troppe volte ossidati, tra le istituzioni e il territorio. Infatti, a presentare il catalogo e premiare il vincitore, nella sala Re_pubblica del museo MADRE, c’erano Holger Mikau, decano della chiesa Luterana in Italia, e don Antonio Loffredo, direttore delle Catacombe di Napoli, accanto a Pierpaolo Forte, presidente della Fondazione Donnaregina, e Andrea Viliani, direttore del MADRE. Un parterre composito, contando che erano presenti tra il pubblico, tra gli altri, Aurora Spinosa, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, Linda Martino, direttore del museo di Capodimonte, Massimo Della Valle, direttore dell’Osservatorio astronomico, coinvolti nel progetto. 
«La cultura siamo tutti noi – ha detto Viliani – e già con la mostra di Ettore Spalletti abbiamo testato i meccanismi di collaborazione tra musei, tra il MADRE di Napoli, il MAXXI di Roma e la GAM di Torino. Ma con “Paleocontemporanea” abbiamo fatto un passo fondamentale sul nostro territorio», unendo la forza creativa della città contemporanea con l’eredità della storia. (Mario Francesco Simeone) 

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