24 aprile 2014

Due artiste, una residenza e un progetto d’amore comune. Ecco l’arte di organizzarsi di Mariana Ferratto ed Elena Bellantoni. Con un “Passo a due”

 

di

Mariana Ferratto & Elena Bellantoni, Passo a due

Sono state invitate insieme, durante il mese del prossimo maggio, a Careof DOCVA di Milano, per una residenza. Che fare? Elena Bellantoni e Mariana Ferratto si sono guardate un po’ alle spalle, riflettendo sui loro percorsi poetici: negli anni entrambe hanno sviluppato progetti su temi come l’identità e la relazione con l’altro. Ed è a partire dai video Ich bin… du bist, 2010, di Bellantoni, e Ciao, 2011, firmato da Ferratto, che le due artiste hanno deciso di unirsi “nell’arte di organizzarsi con il crowdfunding”, per promuovere e ottimizzare i loro rispettivi nuovi progetti che saranno sviluppati nello spazio milanese: ecco allora Passo a due, che con due video analizzerà il concetto di potere all’interno del rapporto di coppia. 
Come è nato il tutto? 
«Abbiamo deciso di iniziare questa campagna per riuscire a realizzare un progetto cui teniamo molto, stando in prima linea e cercando di dare il massimo, “mettendoci la faccia”! La campagna ci sta dimostrando che le persone sono sensibili ai desideri degli altri, che sono ancora disposte a credere nella cultura e a sostenerla». 
A 24 giorni dalla fine della campagna in effetti si sono già raccolti quasi 1500 euro su una quota di 5mila, (per contribuire www.indiegogo.com/projects/passo-a-due#home).
Come mai – insistiamo – questo doppio dialogo? 
«Il concept è nato da un confronto tra di noi a partire dai nostri lavori e dalla nostra ricerca artistica. Il tema dell’amore, o meglio della relazione, è da tempo al centro delle nostre investigazioni, ma abbiamo scelto di concentrarci su una parola particolare che condiziona vari tipi di legami, non solo quello amoroso: il potere. Per far nascere una riflessione interessante ai fini della nostra ricerca». 
Ovvero? 
«Procederemo per gradi, l’occasione di poter fare una residenza artistica, e quindi di poter trascorrere del tempo insieme nello stesso spazio condividendo tutto, ci è sembrato il contenitore ideale da cui partire per elaborare delle nuove riflessioni intorno a questo tema. Abbiamo inoltre deciso di allargare il cerchio ed entrare in relazione anche con altre persone, ovvero i nostri donatori, che già stanno confermando il nostro desiderio di relazione e di dialogo. Durante la residenza dedicheremo uno spazio della nostra giornata a rispondere, produrre e spedire, a tutte le persone che hanno creduto in noi e che hanno scelto liberamente di far parte di quest’avventura, una piccola opera che contraccambia questo loro sostegno così prezioso. Tutti faranno parte dell’opera finale». 
Non un amore frammentato, per dirla alla Barthes, ma un complesso puzzle di frammenti che compongono l’amore. Per l’arte, e non solo!»

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui