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La serie di chiama Shane e Maggie, e racconta intimamente e con uno sguardo profondo la violenza domestica presente nella vita di molte più persone di quante si immaginino. Sara Naomi Lewkowicz è la fotografa americana 31enne che ha vinto la settima edizione del Sony World Photography Awards, e lo fa rimettendo la fotografia al centro di uno status di “documentario” mediato, mettendo a fuoco la storia di Shane, tossicodipendente, e della sua compagna Maggie: storia di botte, tatuaggi e anche dolcezza, che hanno valso agli scatti l’Iris d’Or (25mila dollari e il primato su qualcosa come 140mila immagini pervenute per le 14 categorie del Premio, da 66 Paesi del mondo, in un’edizione mai così affollata).
«Vibrante, scoppiettante , drammatico e pieno di impatto , intimo e provocatorio», ha definito il lavoro della Lewkowicz il Presidente della giuria W.M. Hunt.
Ci sono però, tra gli altri vincitori, anche tre sorprese (di cui due in rosa) tutte italiane: per la categoria “Arte e Cultura” vince Viviana Peretti, con un’indagine sui sogni e le speranza delle drag queen colombiane ai concorsi di danza di Bogotà, mentre per “Stili di vita” Myriam Meloni ha documentato la vita dei bambini moldavi lasciati ad Est dai genitori emigrati in cerca di fortuna; la pratica della lotta asiatica del Kushti, è invece la punta di diamante della categoria “Sport”, dove trionfa Salvatore Di Gregorio.
Per la sezione “Architettura” vince il francese Ludovic Maillard; “Campagna” con Spencer Murphy, dall’Inghilterra; fotografia “Concettuale” per lo statunitense Thomas Brummett; “Attualità” per Guy Martin, a sua volta dal Regno Unito; “Landscape” per Israele, con Roei Greenberg; “Natura e Animali” premia Michael Nichols; “Persone” vede sul podio la Germania, con Mario Wezel; “Ritrattistica” ancora alla Francia, con Sophie Gamand, mentre per “Still Life” c’è l’inglese Amanda Harman e alla voce “Viaggi” il Brasile, con gli scatti di Ricardo Teles.