08 maggio 2014

Cartoline da New York/5. Traslochi Emotivi da Printed Matter, per un numero di PAGe molto speciale. Ce la raccontano in questa intervista

 

di

Traslochi Emotivi, PAGe n°10

Una rivista d’altri tempi, d’avanguardia e di “spostamento”, è quella del gruppo italiano dei Traslochi Emotivi, che abbiamo incontrato recentemente anche alla chiusura dell’Hotel Splendor, a Milano, durante la scorsa settimana del design. Ora però la gang si sposta a New York, dove oggi alle 18 presenterà il suo nuovo “magazine” negli spazi di Printed Matter (al 195 della Decima Avenue, in pienissima Chelsea), no-profit e leader mondiale dedicato alla diffusione e al sostegno dei libri d’artista. Ma abbiamo scelto di lasciar parlare loro, per raccontarci come, quando e perché è nato il progetto PAGe, e cosa si vedrà stasera. 
Traslochi Emotivi, ci raccontate la genesi di questo vostro aspetto editoriale, di PAGe? Che cos’è di preciso?
«Già con la parola “genesi” potresti avere una descrizione di cos’è PAGe! Quest’avventura nasce con il progetto Lupa di Mare, per la masseria Mavugliola in Puglia. (traslochiemotivi.wordpress.com/paper/)
Esce il primo numero di PAGe, nell’agosto 2011, dopo tre appuntamenti con l’arte in questo luogo così pieno di storie e avventure da celebrare: avevamo bisogno di fare il punto (come spesso facciamo) sull’accaduto. Ed ecco questo foglio, un appunto leggero in carta bianca, imbustato, pronto per essere spedito!
Ogni numero è come una scossa su carta, l’istinto a dover tracciare ” quel momento ” che non sai bene come spiegare, ma ha l’assoluto bisogno di essere pubblicato. PAGe era il posto giusto dove far andare questo stadio primario della comunicazione, e far diventare pubblici quegli attimi che solitamente sono molto intimi e fluttuanti. Ogni numero è creato a mano con artisti, o varie situazione incontrate durante i nostri spostamenti. E con ognuno c’è una base bianca in formato A3 piegato, che poi viene “usata” e modellata a seconda dell’accaduto. I numeri usciti fin’ora sono l’espressione massima di cosa succede se si tenta l’analisi della domanda: What happens if you move?»
Che cosa vedrà il pubblico che stasera entrerà da Printed Matter?
«Stasera presentiamo PAGe n.10, l’ultimo cortocircuito su carta nato dall’incontro con Lee Ranaldo (chitarrista dei Sonic Youth), incontrato a Lecce un anno fa durante una sua performance in occasione di una settimana di laboratorio con giovani musicisti, e poi seguito per corrispondenza e tappe musicali.
Con lui PAGe nasce grazie alla poesia di Brion Gysin I Am That I Am, del 1960, passa poi per un suo testo Messico City e finisce con un suo disegno della serie Lost Highways, Street to New York.
Printed Matter, lo storico book shop di editoria sull’arte, nato negli anni ’70, con Sol Lewitt e Lucy Lippard, qui a New York! Un posto incredibile, è un luogo a noi molto caro: l’invito è a farsi trasportare da carta, suoni, lingue, e PAGine che prenderanno vita in una sede speciale.
Per l’occasione abbiamo lavorato ad un cd in uscita parallela a PAGe n.10, con l’interpretazione/omaggio della poesia di Brion Gysin, tradotta in più di venti lingue, grazie alla collaborazione di Noa Shiff, Sanja Lasic, Isabelle Vallembras-Dahirel, Brian McGlynn, Michele Chiossi, Chiara Guidi, Federica Sosta, Guemmuk Lee, Pasquale Leccese, Hanne Lillee, Luisa Ausenda, Marisca Voskamp Van Noord, Maxine Ma at’Sankofa, Ruxandra Fodor, Selena Galleri, Susanna Baumgartner, Valentina Santi e Giulia Currà».
La vostra PAGe è molto “emotiva”, visto che nasce da una serie di incontri felici, ha un prezzo politico, una doppia lettura (ita-eng) ed è anche un po’ un pezzo “quasi” unico, data la bassa tiratura. Sembra di essere in un racconto d’avanguardia degli anni ’60-70. Pensate che l’arte, oggi, abbia bisogno di una dimensione decisamente più “raccolta”, anche se aperta all’orizzonte della comunicazione?
«L’arte per noi è la vita 24 ore su 24. La dimensione raccolta e pubblica in realtà sono continuamente messe sullo stesso piano, e PAGe se vuoi ne è un po’ la manifestazione. Se decidi di buttarti dentro e di continuare a muoverti in lei, è come se decidessi di metterti sempre in discussione, minuto per minuto. Traslochi Emotivi vive costantemente in questa condizione, e la condizione è sempre sotto esposizione. Siamo sempre in tour, e nella dimensione movimento devi sempre “raccoglierti pubblicamente”».

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