23 maggio 2014

Niente italiani per Taipei. Ecco chi sono gli artisti della “Great Acceleration” di Nicolas Bourriaud

 

di

Camille Henrot, Grosse fatigue, 2013, courtesy the artist, Silex Films e Kamel Mennour, Paris
Sono 51 e molti li abbiamo visti in Italia, in diversi progetti, anche recentemente. Ma di artisti italiani, alla Biennale di Taipei 2014, curata da Nicolas Bourriaud, non c’è l’ombra. Ci sarà invece la giovane Camille Henrot, Leone d’Oro alla Biennale 2013 e ormai sdoganata in giro per le più grandi kermesse mondiali; ci sarà Ian Cheng, appena esposto alla Triennale di Milano, Laure Prouvost e anche due delle prossime artiste che rappresenteranno rispettivamente la Svizzera e gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia 2015: Pamela Rosenkranz e Joan Jonas. “Art and its New Ecosystem: A Global Set of Relations”, questo il sottotitolo di “The Great Acceleration”, avrà in scena una grande serie di artisti orientali, da Taiwan, Corea e Vietnam. Probabilmente per ovvier ragioni geografiche, ma probabilmente perché tema della Biennale – come vi avevamo anticipato- è il crollo della “scala umana”, che diventa impotente di fronte ad un sistema economico informatico le cui decisioni sono derivate da algoritmi in grado di eseguire operazioni alla velocità della luce, e dove noi altro non siamo che spettatori e vittime di una infrastruttura da noi stessi creata. Secondo la Biennale di Bourriaud, attraverso il lavoro degli artisti, sarà esplicitato come animali, piante, minerali e atmosfera siano attaccati da un sistema tecno-industriale ormai staccato dalla società civile. “Come si può pensare a qualcosa che esiste completamente al di fuori del pensiero umano”, si chiede il filosofo francese Quentin Meillassoux. Le risposte “visive” potremmo cercarle qui, dal prossimo  13 settembre.

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