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Chi li ha installati su una delle facciate laterali del proprio condominio sa quanto possono fruttare. Solo pochi giorni fa, invece, si è accesa la polemica per quelli che coprono i monumenti italiani. Stiamo parlando dei cartelloni pubblicitari, questi conosciuti. Che oggi un gruppo di designer vuole convertire in case per homeless.
Si chiama Gregory Project, ed è stato lanciato dallo studio designdevelop, riflettendo sull’annosa questione dell’aumento dei senzatetto, che potrebbero avere la propria casetta all’interno dei volumi occupati perimetralmente dai billboard.
Inizialmente ideato per la Slovacchia, visto che i cartelloni pubblicitari sono costosi da costruire, mantenere e la loro dislocazione è un’impresa, si arginerebbero due problemi insieme: quello degli homeless (sociale) e quello di un costo “morto” per la cartellonistica, che deve essere illuminata e conservata: con i senzatetto all’interno la stessa luce servirebbe a due scopi, per esempio, e renderebbe il massimo prodotto del capitalismo un luogo di coestistenza sociale tra due realtà decisamente diverse. I grandi moduli Gregory avranno una base in cemento, pannelli OSB, scale in legno o in acciaio e due finestre e conterranno al loro interno fino a un paio di due spazi per letto, un bagno con acqua e scarichi -ovviamente- e una zona cucina. Utopia o realtà?