08 luglio 2014

Cent’anni di guerra mai finita. Il MART presenta la sua nuova, lunga, stagione. Attraversando politica, antropologia e storia di un secolo

 

di

Alternando da uno a cento e viceversa, Alighiero Boetti
Presentata stamattina alla Sala del Consiglio nazionale di Roma, “La guerra che verrà non è la prima. Grande guerra 1914-2014”, è la nuova mostra che si aprirà al MART a partire dal prossimo 3 ottobre, non a caso nel week end della giornata del Contemporaneo 2014.
Un’esposizione lunga cent’anni, con il Patrocinio della Presidenza dei Ministri, e infatti in sala vi era anche Dario Franceschini, insieme alla direttrice del museo di Rovereto Cristiana Collu, all’Assessore alla Cultura della Provincia autonoma di Trento Tiziano Mellarini e alla neo-Presidente del Mart Ilaria Vescovi.
La Prima Guerra Mondiale sarà il punto di partenza per un’indagine storico-artistica in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali, misurandosi con uno dei temi più controversi della storia del Belpaese e d’Europa, facendosi carico non solo del racconto della storia, ma anche dell’esposizione articolata di alcune delle verità che lo contraddistinguono, mixando anche politica e antropologia. 
Una mostra che non seguirà un filo cronologico preciso, ma che intende dimostrare attraverso accostamenti e cortocircuiti semantici come tutte le guerre siano uguali e, allo stesso tempo, come ogni guerra sia diversa, senza ricorrere all’idea di un archivio, né tantomeno per tracciare un’idea definita e definitiva della guerra, ma per sollevare interpretazioni e riletture capaci di esprimerne tutta la complessità. 
Attraverso un percorso variegato tra documenti, reperti bellici, reportage, testimonianze, installazioni, disegni, incisioni, fotografie, dipinti, manifesti, cartoline, corrispondenze, diari sparsi su 3mila metri quadrati su progetto allestitivo di Martí Guixé.
Gli artisti? Si passa dal Futurismo e dall’idea di movimento e macchina di Giacomo Balla, Anselmo Bucci, Fortunato Depero e Gino Severini fino Max Beckmann, Marc Chagall, Osvaldo Licini, Arturo Martini, Enrico Baj, arrivando a Yael Bartana, alle ferite di Alberto Burri, i tappeti di Alighiero Boetti a Casa Depero, i corpi di Berlinde De Bruyeckere, fino alle “indicazioni” di Alfredo Jaar, William Kentridge, ORLAN, Thomas Ruff, Anri Sala e Artur Zmijewski e il Picnic o il buon soldato di Fabio Mauri con la quale l’artista aveva creato una sorta di natura morta utilizzando reperti originali e di uso comune del periodo bellico.
Massimo Recalcati, Jean-Luc Nancy, Marcello Fois, Gabi Scardi, Denis Isaia e Federico Zanoner sono, tra gli altri, gli autori che invece saranno presenti con una serie di saggi in catalogo, decisamente corposo, per una mostra che avrà anche la media partnership di Focus STORIA.
Una mostra faraonica, che a Rovereto durerà quasi un anno, fino al settembre 2015. A cura di Saretto Cincinelli, Gustavo Corni, Diego Leoni, Fabrizio Rasera, Gabi Scardi, Camillo Zadra, con il coordinamento di Nicoletta Boschiero e Denis Isaia sarà la parte relativa a “La Guerra che verrà non è la prima”, al MART, mentre “Calpestare la guerra”, a Casa Depero, fino a marzo 2015, sarà firmata Boschiero ed Edoardo Marino e alla Galleria Civica di Trento, “Afterimage – Rappresentazioni del Conflitto”, fino a marzo del prossimo anno, avrà la curatela di Chiara Nuzzi, Valeria Mancinelli e Stefania Rispoli.

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