15 luglio 2014

Riabilitare Hitler come buon pittore. Idea del critico Radini Tedeschi, che scatena un fiume di polemiche

 

di

Adolf Hitler, Monaco, Hofbräuhäus, 1913 circa. Acquerello su carta, 21,8 x 28,3 cm

Il messaggio sembra decisamente provocatorio, e un poco mirato a far chiacchierare di sé. 
Daniele Radini Tedeschi, critico romano esperto caravaggista, studioso di estetica Rinascimentale e Barocca, apparso spesso anche in televisione, ha affermato che bisognerebbe “riabilitare” Adolf Hitler come pittore. 
Durante gli anni trascorsi a Vienna, infatti, il futuro Fürher dipinse infatti cartoline e piccoli quadri a tema paesaggistico, che vendeva per vivere tra il 1908 e il ’13, quando tentò invano di iscriversi all’Accademia di Belle Arti della città austriaca, ma venne bocciato per due volte.
Una frustrazione mai passata, che culminò nella realizzazione di centinaia di quadretti, compresi autoritratti, che vennero recuperati solo dopo la fine seconda guerra mondiale e in parte venduti all’asta e altri sequestrati dall’esercito degli Stati Uniti.
Analizzati dalla rivista Life nel ’36 e nel ’39, quando Hitler era al massimo del potere in Europa, vennero giudicati pezzi “privi di talento”, realizzati da un autore con scarse capacità. Un “pittore triste” per altri, invece, data anche la sua abitudine di raffigurare (specialmente durante la prima guerra mondiale) case ed edifici distrutti dai bombardamenti che il mancato artista dipingeva ad acquerello. Secondo Radini Tedeschi, invece «Hitler era un buon pittore, certo un tradizionalista, ma aveva una mano felice e una concezione di arte fantasiosa e prospettica. Dobbiamo riconoscere i meriti artistici che gli spettano, è un fatto di estetica non di etica», ha dichiarato il critico. Scatenando un fiume di polemiche, una su tutte quella dell’Europarlamentare Andrea Cozzolino, che ha parlato di «Una provocazione aberrante dal punto di vista culturale e politico». Schieramenti?

4 Commenti

  1. Bah, secondo me è solo un patetico tentativo di generare sterili e superate polemiche nella speranza di avere attenzione mediatica.
    Non solo non si avrà l’effetto sperato, visto che le uniche polemiche lette son quelle autodichiarate in questo sito, ma
    tutto questo rischierà solo di dare la zappa sui piedi all’iniziativa stessa, al critico in questione ed alle sue iniziative future.

  2. Non dimentichiamo che Hitler con la sua “etica” mise al rogo delle vere opere d’arte.
    Questa iniziativa è tutta pubblicità per la carriera del critico.

  3. Non si tratta di “estetica”, come sostiene il critico, si tratta proprio di “etica”, in nome dei milioni di vittime del criminale. A Hitler va la damnatio memoriae perpetua

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