19 luglio 2014

Come raccontare l’energia? Ci pensa Stefano Cagol, che vince il Premio “Visit 2014” della tedesca RWE Foundation. Sei mesi tra musei, impianti di produzione e performance

 

di

Stefano Cagol, Landmark, RWE

Un premio decisamente particolare quello messo in palio dalla RWE, il più grande produttore di energia tedesco, che con la sua Fondazione ogni anno mette a disposizione due riconoscimenti per altrettanti artisti che sono chiamati a sviluppare un progetto in collaborazione e con il supporto dell’azienda.
Selezionati da un giuria composta da Tobia Bezzola (Direttore del Museo Folkwang), Mischa Kuball (artista e docente presso la Kunsthochschule für Medien Köln) e Andreas Beitin (Direttore ZKM | Museum of Contemporary Art, Karlsruhe), sono stati Merlin Baum, artista tedesco Düsseldorf based e anche il nostro Stefano Cagol, nato a Trento nel 1969, con il progetto The Body of Energy
Di cosa si tratta e cosa farà Cagol -sempre attento e “sul pezzo” quando si parla di site specific– per l’azienda tedesca? Un vero e proprio tour tra l’Europa, lungo sei mesi, per dare corpo all’energia, immateriale ed invisibile, tra impianti di produzione e musei, creando innumerevoli situazioni e una serie di performance, documentazione video e fotografie, e anche un diario web e una mappa on-line.
Un work completamente in progress ma che oggi annuncia la sua prima data: il 3 ottobre, alla Kunsthall di Bergen in Norvegia, con Landmark
Su invito della Fondazione, gli artisti selezionati per la sezione “Visit” del Premio hanno il compito di sviluppare un loro progetto, ma con la clausola di fare riferimento esplicito a RWE, al tema dell’energia, e alla sua rilevanza sociale. In cambio non solo il sostegno di tutti i costi di produzione del progetto, ma anche la mostra finale alla RWE Corporation di Essen, nei musei partner e anche 6mila euro. In bocca al lupo a Stefano Cagol, per questa nuova avventura nomade.

11 Commenti

  1. Premi per fare spot pubblicitari a basso costo; ma comunque sofisticati, per un target “alto colto”. L’opera è solo un pretesto, prevedibile come un pretenzioso e costoso fascio di luce nella notte. Il risultato e un fuoco d’artificio per l’ennesimo luna park per adulti.

  2. I più sinceri complimenti !! Un premio fantastico … Raro esempio di un Italiano premiato all’estero ! bravo !!!

  3. Dal momento che spesso vengo frainteso e accusato di essere disfattista (“Ma come? Un italiano vince un Premio e tu lo critichi??”), vorrei puntualizzare la mia posizione. Due questioni:

    – Il percorso di Stefano Cagol, che seguo ma in cui non riesco a vedere un filo conduttore. Ma questo forse è un problema mio, che potrò risolvere con il tempo.

    – l’esistenza di questi Premi che spesso diventano un semplice pretesto per una sorta di spot pubblicitario, in cui l’aspetto artistico è del tutto marginale.

    Perchè scelgo di commentare invece che fare finta di niente? Perchè credo che stimolare un confronto critico sia l’ultima speranza, per tutto. L’ultima speranza prima di poter innescare un cambiamento. I miei commenti sono sinceri e spontanei; non hanno lo scopo di offendere o danneggiare le persone, ma stimolarle ad un confronto.

  4. Bella domanda, per adesso sul blog, facebook, qui, e in altri luoghi; con chi? Con coloro che partecipano con argomentazioni. Ma anche nel corso-workshop che sto proponendo in italia. Con chi? Con operatori preparati.

  5. “Con operatori preparati”.Ma poi questi”operatori preparati”con chi dovrebbero dialogare,con il Lucarossi quotidiano? “Ma va là”.

  6. Gli operatori dovrebbero parlare con le persone normali, con il pubblico. Oggi il pubblico dell’arte contemporanea è fatto solo da addetti ai lavori, loro amici e curiosi. Come se al cinema ci andassero solo attori, registi, cameraman, sceneggiatori e loro parenti amici (tendenzialmente che vengono dal l’indotto).

  7. Un degno rappresentante del lecchino del potere. L’ artista pronto a riverire il potente di turno dentro il sistema. Il mercato non lo premia.
    Rovina l’ immagine di tanti bravi artisti Italiani non così vuoti e superficiali.
    I contatti ci vogliano ma anche i contenuti – sviluppandoli in modo unico.
    Trovate facili e assillante presenza nella stampa non è solo la carta da seguire.
    Vogliamo veri artisti, non cloni.

  8. Franco … sei il solito inconcludente pieno d’invidia:
    il potere? il mercato?… presenza sulla stampa? … clone? ma non sai nemmeno quello che stai dicendo.
    Intanto una commissione internazionale (non italiana) lo ha premiato, vedi un po …

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