01 agosto 2014

Fino al 4.VIII.2014 Stefano Ianni, Fluctus Aurum, Pescara

 
Un tuffo nel mare. Un elemento in continuo movimento e simbolo del divenire. Tradotto in pittura da una decisa sperimentazione di nuovi materiali. Con un occhio alla tradizione -

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Ha inaugurato il 17 luglio scorso la mostra di Stefano Ianni  nelle sale Cascella dell’Aurum a Pescara. Il titolo “Fluctus” rimanda al modo con cui «i latini chiamavano l’onda del mare tutelata dal dio Nettuno», come scrive in catalogo Alessandra Angelucci, curatrice della mostra. 
E Fluctus – ultima ricerca artistica di Stefano Ianni – ha come temi principali proprio il mare e le sue creature. «Il termine Fluctus – spiega l’artista – ha molteplici significati. Quello relativo al flutto marino e quindi al suo habitat naturale, ma anche quello che rimanda ad un continuo divenire in cui la realtà è sempre uguale e al contempo sempre diversa».
Un modo di guardare questa realtà dove il colore predominante è il bianco inteso come omaggio a quegli aspetti fondamentali della tradizione. Dunque l’artigianalità del fare artistico che in Stefano Ianni prende le mosse dai supporti, dai loro formati, dalle loro dimensioni, dalle tecniche, in continuo divenire. La superficie bianca, nella sua assoluta luminosità, è un chiaro riferimento al fondo gesso della tela. 
Una tradizione, quella a cui rimanda Ianni, che però non pone limiti alla sperimentazione. Per questo spesso i fondi usati sono materiali diversi: “sensibili”, esaltano sia la densità che la luminosità delle superfici, evidenziando l’aspetto iconografico della sua ricerca. Compare così la pelliccia che diventa leit motiv nelle opere dell’artista, dal suo primo rimettersi in gioco dopo il sisma del 6 aprile 2009 che all’Aquila, sua città di origine, ha distrutto anche il suo studio. Da quella data Stefano Ianni vive a Montesilvano, sul mare. Sarà per questo che, a cinque anni da quell’evento, il suo immaginario è oggi popolato da un mondo marino fatto di creature idealizzate che sono la logica evoluzione del ciclo immediatamente precedente a Fluctus: “Still lives and memories in fur” in cui rappresentava nature morte, costituite da pesci, e ricordi in pelliccia dei notturni della costa adriatica. 
Ma il mondo animale ha sempre affascinato il nostro, fin dagli inizi negli anni Ottanta, quando fa il suo esordio con opere in cui il tema centrale era “Cavallinità e labirinti”. Da quei  lavori, presentati nelle prime mostre da Enrico Crispolti, in questi tre decenni Stefano Ianni ha sviluppato molti cicli di ricerca in cui l’aspetto dell’animalità è stato spesso ripreso. Ma la mostra allestita all’Aurum di Pescara apre uno squarcio anche sulla terra d’origine di Ianni, fatta di montagne, vette aguzze e sassose. Fluctus presenta infatti anche un nucleo di opere che propone paesaggi montani, così da ribadire il legame con la propria terra: L’Aquila. 
Presente anche il rimando ad alcuni schemi del ciclo “I materiali del sogno” del 1993, in cui le cornici scolpite e decorate si fanno opera d’arte e in cui gli skylines della propria terra tornano di prepotenza a ribadire l’imprinting che ogni essere umano si porta dentro anche cambiando città e modo di vivere, quando la realtà diventa per forza di cose un continuo divenire. 

Angela Ciano
mostra visitata il 17 luglio
Dal 17 luglio al 4 agosto 2014
Stefano Ianni, Fluctus
Aurum – Sale “Cascella”
Largo Gardone Riviera, Pescara
Orari: dal lunedì al sabato 08:00-14:00 / 16:00-22:00 – domenica 16:00-22:00 

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