04 agosto 2014

MIC di Faenza aperto per ferie. Ad agosto potete godervi “La Ceramica che cambia”, e le visite guidate con aperitivo

 

di

Luigi Ontani, Troumeau, al MIC di Faenza
Dovrebbe avere un premio, un titolo, per la sua versatilità. Ma l’arte lo sa da sempre, e continuamente la omaggia. Parliamo della ceramica e, non in ultimo, di uno dei suoi musei dedicati, il MIC di Faenza, che per tutta l’estate continua con la sua mostra “La scultura ceramica italiana dal secondo dopoguerra. L’eredità di Arturo Martini” che racconta, in centoventi opere, come dal dopoguerra fino agli anni 2000, l’approccio alla ceramica sia cambiato avvicinandosi sempre più al valore scultoreo.
Asger Jorn, Albert Diato, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Leoncillo Leonardi, Nanni Valentini, per giungere ai più “contemporanei” come Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Bertozzi & Casoni per citare solo i nomi più noti, sono gli artisti selezionati per questo percorso che, come spiega Claudia Casali direttrice del MIC di Faenza, «Ha fornito importanti spunti di riflessione sull’evoluzione storico-artistica del linguaggio ceramico nel dopoguerra, adottate anche dalle generazioni successive a Martini, che hanno visto soluzioni legate all’informale, al neocubismo, alla dimensione astratta della scultura, elementi affrontati anche teoricamente dal Maestro nel suo ultimo famoso pamphlet, edito nel 1945, dal titolo Scultura lingua morta».
La mostra è organizzata da Comitato Scientifico d’eccezione e composto dalla Soprintendente alla GNAM Maria Vittoria Marini Clarelli, Luigi Ficacci, Soprintendente PSAE Bologna; Cecilia Chilosi, studiosa della ceramica ligure; dagli storici e critici d’arte Flaminio Gualdoni e Nico Stringa, e dalla stessa Casali.
Un’occasione buona per passare una giornata di questo agosto al MIC, per vedere che la scultura non è morta ma vive e lotta insieme a noi? Potrebbe essere il martedì. Perché per tutto il mese, dalle 18, potrete vedere la mostra con un aperitivo compreso. 

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