05 agosto 2014

Fino al 19.IX.2014 Leo Matiz Galleria Photology, Milano

 
Frida e Diego, la colomba e l'elefante, vissero insieme dal 1929 al 1954 in una villa ad Aracata. Dove il sapiente fotografo dall'occhio acuto e sensibile Leo Matiz, catturò gli istanti semplici della loro quotidianità -

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Il primo incontro tra Frida Khalo e Diego Rivera avvenne nel 1922 sotto i ponteggi della Scuola nazionale preparatoria. Lui era già un artista formato e il pittore più famoso del Messico rivoluzionario, chiamato a dipingere un murale dell’ istituto, lei una giovane e fervida donna insolente, dal corpo ancora acerbo.
Frida si presentò all’artista per avere un’opinione in merito a delle opere prodotte durante una lunga degenza in ospedale in seguito ad un grave incidente, e ben presto la stima reciproca si trasformò in amore.
Sette anni dopo, non senza polemiche, dovute alla differenza d’età, Diego Rivera e Frida Kahlo erano marito e moglie.
Frida adorava il marito e lui ricambiava con la stessa passione, ma anche con una lunga serie di tradimenti. Lei impazziva di gelosia ma lo perdonava sempre, tanto che  il 23 luglio 1935 gli scrisse in una lettera: «Tutte le arrabbiature da cui sono passata sono servite soltanto a farmi finalmente capire che ti amo più della mia stessa pelle e che, se anche tu non mi ami nello stesso modo, comunque in qualche modo mi ami. Non è così? Spero che sia sempre così e di tanto mi accontenterò. Amami un poco, io ti adoro, Frida».
Matiz arrivò in Messico nel 1940 dal villaggio colombiano di Aracataca, la magica Macondo narrata in “Cent’anni di solitudine” da Gabriel Garcia Marquez.
Il fotografo strinse con i due artisti messicani un sincero rapporto d’amicizia, tanto da essere invitato più volte nella loro residenza e, munito di una Rolleiflex, immortalò, tra il 1940 e il 1943, scene semplici, ma indimenticabili, di Frida e Diego nella loro “casa blu”, dove Frida risiedeva sin dalla nascita e dove le sue ceneri sono tuttora conservate, oggi divenuta un museo dedicato alla pittrice.
La mostra è costituita da una selezione di 23 fotografie ed è proposta al pubblico italiano dopo la mostra su Frida Kalho tenutasi presso le Scuderie del Quirinale a Roma e quella di Frida Khalo e Diego Rivera a Palazzo Ducale a Genova.
Le immagini di Leo Matiz ci restituiscono l’idillio d’amore tra vita e disperazione, tra bellezza e legame con il folklore popolare della propria terra, che affiora in particolar modo negli scatti degli interni dell’abitazione, dove i due artisti accumularono reperti precolombiani del Messico e collezioni etnografiche.
Dagli occhi di Frida emerge la stessa forza, intrecciata a seduzione e sofferenza, prepotentemente distinguibile anche nei suoi celebri e autoritratti. Un volto dai tratti marcati, senza abbellimenti fatui, visibilmente segnato dal dolore, quasi bello, fiero, e certamente indimenticabile.
E anche se Frida stessa affermava «Non si impara nulla se non con il dolore», gli scatti di Leo Matiz ci ricordano invece, quella pace che l’artista ribelle tanto desiderava e che forse aveva trovato solo nella casetta colorata, con il compagno impulsivo, irruento e passionale, suo unico e vero amore, che l’aveva attratta come una calamita attrae gli spilli, e nel suo giardino, dove si  prendeva cura di scimmiette, cani e pappagalli che compaiono spesso nei suoi quadri.
eleonora gargantini
mostra visitata il 24 giugno 

Dal 6 giugno al 19 settembre 2014
Leo Matiz – Frida y Diego
Galleria Photology
Via della Moscova, 25, 20124 Milano
Orario: LUN-VEN dalle 11 alle 19 (chiusura estiva dal 19 luglio al 24 agosto)
Ingresso: libero
Info: Tel 02 659 5285; gallery@photology.com; http://www.photology.com/

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