10 settembre 2014

Fino al 5.X.2014 Gaetano Pesce, Il tempo della diversità MAXXI, Roma

 
Se si aggiunge un po’ di poesia al design, ci si può avvicinare all’arte. Questo il motto del pioniere del radical design. Poesia che raggiunge assecondando il caso ed il difetto -

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Serie diversificata e doppia scalarità, funzionalità degli oggetti nonché uso marcato del colore, e poi grande femminilità. Il design di Gaetano Pesce è tutto questo ma non solo. Colorato, giocoso e ironico  indaga sulla forza emotiva dei materiali e delle forme, e lo fa senza soffermarsi all’aspetto ma sui processi che li sottendono. 
Per scoprire cosa c’è di bello nel design bisogna, intanto, sapere che il Bello è un concetto fluido e dinamico, secondo Pesce, cambia nel tempo ma se applicato al design tocca lo statuto dell’arte. Quando? Solo quando gli oggetti instaurano un  vero rapporto  tra forma e  funzione.
La retrospettiva presenta pezzi unici, fuori dal fenomeno del clone contemporaneo, ed è curata da Gianni Mercurio e Domitilla Dardi.
Il tragitto si snoda in sette sezioni: Non standard, Persona, Luogo, Difetto, Paesaggio, Corpo, Politica attraverso le quali ribalta completamente il concetto di design. Non c’è più scambio tra riproduzione industriale e perfezione ma proprio del difetto, dell’imperfezione, Pesce ne ha fatto la sua ricerca. Dell’unicità, la sua battaglia. 
In mostra, grandi capolavori come la Greene Street Chair con le 8 gambe flessibili per farla camminare, la lampada Moloch, il tavolo Sansone, e soprattutto i mobili della serie Nobody’s Perfect intendono esibire la perfezione imperfetta del grande designer chiamato “l’uomo di schiuma”, di cui è proprio la perfezione a far morire di noia.
Il design produce un oggetto unico e difettoso , interessante tanto quanto un individuo..
Il perno intorno al quale ruota la sua ricerca, è l’abbandono della ripetizione e della noia. Unici, simbolici sono oggetti che della grazia femminile, prendono corpo. Ogni volta però il corpo non è legato alla schiavitù della bellezza, piuttosto prevale il femminino originario.
Una profezia? Secondo Pesce, il futuro è donna. Perché è morbido, multitasking come il design.
E l’architettura? Deve essere up to date, è arretrata se resta solo un mezzo che interpreta il luogo. L’accento si deve mettere sullo spirito, il sensoriale, la tattilità, perché l’opera è viva,  non  si offre come una cosa pronta, ben patinata o utile allo scatto di una fotografia. Nel mare di Pesce, occorre quasi dargli un indice di consunzione, di vissuto, addirittura di sporco, a volte
Gli oggetti diventano interessanti solo quando instaurano una relazione col nostro quotidiano, se abitano nella nostra giornata, la nostra casa.
Una UP 5&6, l’iconica sedia a forma di donna esuberante ma morbida e la grande palla (un poggiapiedi) adiacente simboleggiano la schiavitù. L’oggetto, il design perciò è una metafora, che in questo caso trasmette il peso della condizione femminile, segno che non è cambiata, anzi addirittura peggiorata.

Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 9 luglio
Dal 23 giugno al 5 ottobre 2014
Gaetano Pesce, Il tempo delle diversità
Maxxi, via Guido Reni, 4 a
Orari: Orari di apertura
mar-merc-giov-ven-dom 11.00-19.00
sab 11.00-22.00
Info: 06-3225178 – www.fondazionemaxxi.it

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