17 settembre 2014

Ventura Contemporary, stavolta funziona davvero. Ecco com’è andato il primo opening congiunto dell’art district milanese

 

di

Rudolf Stingel, da Massimo De Carlo
Non più uno “Start”, ma un “Art”, come recita un A4 stampato in rosso per la prima “Ventura Contemporary Art Night” della stagione 2014-15. 
Odore di novità? Almeno sulla carta sì, cosicché la Milano dell’arte e quella un po’ più “up” (molti gli impegnati anche nella Vogue Fashion Night Out), ieri sera si è riversata qui, nel dedalo delle tre vie lontane dal centro ma che in queste occasioni macinano pubblico, e non poco.
E tra la folla di moltissimi giovani, artisti e non, addetti ai lavori e simpatizzanti, si scorgono i direttori di Pecci e Museion, Fabio Cavallucci e Letizia Ragaglia, Francesco Bonami, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Gabi Scardi, Lia Rumma in visita ai colleghi e molti altri. Tutti ad attendere, anche, il dj set di Invernomuto, nel cortile di Officina Temporanea, che per l’occasione ha messo a punto un open studio di Goldschmied e Chiari  e la doppia esposizione Collision di Enzo Giordano e Gilda Mautone.
Tutt’intorno, stasera c’è da dirlo, ci sono alcune belle mostre, partendo dalla frequentatissima personale di Rudolf Stingel da Massimo De Carlo, che non abbandona i suoi pattern, e anche da Nam Project. Qui c’è l’artista Zoe Paul, con un bel lavoro “tessile” intitolato A goat named Hermés, mentre Fluxia presenta la collettiva Trust, stavolta un ensamble non solo di giovani, che non tradiscono le aspettative di questo spazio che stavolta si affianca a Gasconade. 
Da Mimmo Scognamiglio un bel group show dedicato alla “Metaphisycal” a cura di James Putnam e che vede in scena le opere di Adam Fuss, Kiki Smith e Jason Martin tra gli altri. 
Niente male anche il progetto di AICA – Andrea Ingenito Contemporary Arte, che presenta una bella installazione dove la carta e le incisioni la fanno da padrone, firmata da Riccardo Ajossa e contenuta nella collettiva Otherwhere.
Francesca Minini presenta il bel progetto di Becky Beasley, dove l’autunno diviene “proposizione sculturale”, così come ha qualcosa di ineffabile e vicinissimo alla “scultura dell’architettura”, il progetto di Stefanos Tsivopoulos in scena alla Prometeo di Ida Pisani. 
Merita una menzione speciale, per essere quasi fuori dal tempo e dunque in qualche modo assolutamente contemporanea, la Galleria Monopoli, che stavolta propone una personale dell’italiano (e quasi sconosciuto) Anselmo Carrea. Un personaggio al limite, descritto in poche righe. In perfetto dialogo, con le sue tele tra l’astratto e l’informale, con la produzione più “giovane” di Milano. 

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