19 settembre 2014

Nuovi spazi: a Milano apre Davide Gallo Arte Contemporanea, che sceglie Francesco Arena e la Beat Generation per il suo debutto

 

di

Francesco Arena
L’indirizzo è al 6 di via Farini e lo spazio della galleria è esattamente il doppio di quello della capanna in cui Henry Thoreau, sul lago Walden, trascorse oltre due anni, alla ricerca di un rapporto più intimo con la natura e dove partorì i suoi più importanti assiomi filosofici, come la facoltà dell’uomo di essere artefice del proprio destino, il contrasto con l’ideale utilitaristico della società borghese, e la disobbedienza civile, diventando un faro per il movimento della Beat generation. Con queste premesse, decisamente interessanti, il prossimo 9 ottobre Milano avrà un nuovo spazio per l’arte contemporanea, la galleria Davide Gallo
Che sceglie Francesco Arena per il suo debutto nel panorama milanese con la mostra Double Cabin with Times, che parte dalla sentenza “We Know Time” che pronuncia Neal Kassidy nel grande romanzo di vita On The Road. Un tempo che è esperienza del mondo, e che attraverso l’operazione di Arena si “materializzerà” nello spazio di Gallo attraverso un’operazione estetica dividendo l’ideale area della capanna di Thoreau con un muro, sicché ognuna delle due parti risulterà speculare a se stessa. “A questa duplicità del luogo, corrisponde la duplicità della sentenza “We Know Time” che riflette sia materialmente, il bronzo lucidato, sia concettualmente e semanticamente il proprio sé nella lastra, appunto, speculare “Time Knows Us”. Ma il tempo ha una sua memoria ed una sua estensione, per cui il gioco dei doppi si ripete nel passato “We Knew Time” e “Time Knew Us”, e nel futuro “We Will Know Time”, “Time will Know Us”. Questa sequenza di sei lastre, che di per se è un’opera unica, dev’essere inquadrata nella dimensione fisica e mentale dell’altra opera: la divisione della galleria per mezzo di un muro. Solo così, si può avere una percezione dettagliata di questo lavoro e comprendere il meccanismo creativo che lo sottintende”, spiega il progetto. Per ora attendiamo, nell’attesa di raccontarvi dettagliatamente come sarà l’incontro con i ruggenti della Beat e i nostri contemporanei. 

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