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È dedicato alla memoria di Paolo Rosa, e ha come soggetto la Grande Guerra il nuovo lavoro di Roberto Paci Dalò, Il Grande Bianco, che viene presentato in prima assoluta domani sera al Teatro Valli di Reggio Emilia, all’interno del Festival Aperto.
L’artista italiano ha completamente ridisegnato l’allestimento di quello che è considerato uno dei teatri più belli d’Italia per creare uno spettacolo ibrido e itinerante che investiga le infinite possibilità sceniche e percettive di un luogo così particolare.
Canti alpini trasfigurati in chiave contemporanea, silenzi e grandi esplosioni e tutti gli elementi storici che hanno connotato la prima guerra mondiale, detta anche “di trincea”, faranno muovere gli spettatori tra vòlte stellate grandi quanto il teatro stesso, fumo, luci e trincee, ospedali da campo, mappe, campane, sirene, musica elettronica dal vivo, tra oggetti e senza esattamente conoscere dove saranno gli interpreti dello spettacolo, dislocati nell’intero spazio.
Paci Dalò creerà insomma una riflessione sulla Prima Guerra mondiale a partire da uno degli elementi chiave dell’intero conflitto: il sentimento dell’attesa, con le Alpi a fare da scenografia ormai “mitica” a un conflitto che colse quasi tutti di sorpresa e provocato reazioni particolari, come le diserzioni di massa. Nella Reggio Emilia dal ricordo partigiano, insomma, si torna ancora più indietro nel tempo, annullando la retorica per inoltrarsi piuttosto in un territorio ambientale rarefatto. E dove la vastità è custodita in un dettaglio.
PUTTANATE?: la Grande Guerra merita più rispetto. Cosa c’entrano i partigiani??? Dedichiamo più riconoscenza per chi ci è morto e per quelli che, comunque, la hanno sofferta. In silenzio e con rimembranza per tutti coloro che, nel bene e nel male, la hanno vissuta. E poi sono stati traditi nella famosa conferenza di pace che ne è seguita.
Caro Carlo, perdoni ma non ci sembra proprio di aver mancato di rispetto a nessun tragico evento storico, anzi. Saluti