29 ottobre 2014

I Pecci per il Pecci: un’opera di Lucio Fontana donata al Centro per l’arte Contemporanea di Prato

 

di

Il Fontana presentato al Pecci
Si rafforza ulteriormente la liaison tra la famiglia Pecci e il museo cittadino che ne porta il nome grazie alla donazione di Concetto spaziale, Attesa di Lucio Fontana (1960, cat. gen 60T134, idropittura, cm 55,5×38). 
Era la fine del 1960 quando Giuliano Gori, già all’epoca appassionato collezionista d’arte contemporanea, acquistò a Venezia il “taglio” di Fontana. Era uno dei primi che l’artista produceva, un’opera “innovativa” per quei tempi che, portata a Prato, creò un po’ di subbuglio in città. Immediatamente si fecero avanti i detrattori ma tanti furono anche coloro che apprezzarono la tela intuendone il valore innovativo dell’opera. Tra questi c’era Armando Franchi, fratello di Elda Pecci e zio dei donatori, il quale chiese a Gori di lasciare in esposizione l’opera per un periodo presso la società dei Misodoli – di cui faceva parte – noto circolo cittadino per lo più frequentato da industriali.  L’intento di Franchi, che era rimasto profondamente colpito dall’opera, era quello di risvegliare le coscienze in una città tradizionalista, quasi una provocazione rivolta alla città e al conservatorismo culturale ancora legato agli esiti figurativi dell’arte d’impianto ottocentesco. Passato il periodo di esposizione l’opera sarebbe dovuta tornare a casa del legittimo proprietario ma Franchi che si era letteralmente innamorato della tela chiese a Gori di cedergliela. Seppur a malincuore il collezionista accettò per fare una cortesia a un amico e l’opera passò di mano. Alla morte di Armando Franchi il Fontana fu alienato poiché non rispondeva al gusto della vedova e degli eredi e fu spostata da Prato. Dopo qualche anno l’opera è riapparsa a un’asta e Alberto Pecci – con le figlie Roberta e Alessandra – l’hanno riacquistata con il preciso intento di donarla al Centro per l’arte Contemporanea Luigi Pecci, quel centro voluto dalla famiglia alla metà degli anni Ottanta. La concessione dell’opera è di fatto una donazione seppur mantenga la formula del comodato a lungo termine per garantirne l’inalienabilità. Questo generoso atto, che testimonia l’attaccamento e l’affetto dei Pecci al Centro e alla città, si pone come il primo atto di una rinascita del Centro che vedrà l’inaugurazione dei nuovi spazi progettati da Maurice Nio la prossima primavera sotto la spinta propositiva del nuovo direttore Fabio Cavallucci. (Enrica Ravenni)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui