02 novembre 2014

Fino al 7.XI.2014 Adam Berg, Pier Paolo’s Fountain Galleria Pio Monti, Roma

 
Per un artista glocale, filosofo del tempo, dottorato in fenomenologia temporale, quanto conta il tempo? Non conta. Pasolini invece si, conta -

di

Sembrerebbe un’idea molto seria quella che ispira questa opera, e non è nello stile di Pio Monti e neppure di Adam Berg. Ma la mostra alla galleria romana, “Pier Paolo’s Fountain”, è anzitutto questo e lascia aperta ogni possibile interpretazione. 
E allora ribaltiamo la questione. Per un artista contemporaneo esiste il tempo e a cosa serve? 
Adam Berg, Pier Paolo's Fountain
Siamo al Ghetto. Una video camera sulla fontana delle tartarughe. Scimmie e gibboni seduti sulle statue. Donne e uomini passeggiano. Dentro la Galleria. Due oggetti non identificati/UFO. Colori. Poi. Un video puntato sul Ghetto e sulla periferia di Pasolini. Una borgata di allora in bianco e nero. Di nuovo la fontana e il colore.
L’istallazione di Adam Berg infatti, delicata solo in superficie e breve (dura 3 minuti) passa in rassegna un attimo eterno, bloccato nell’incrocio dei venti della fontana delle Tartarughe. Proprio dove passava Pasolini, dove viveva Leopardi. Nell’angolo più silenzioso di Roma.
Prima della mostra. Fuori. La webcam viene quindi piazzata davanti al monumento, vivo e morto insieme. Nella sua ottica finiscono non solo scimmie e altri animali, ma osserva anche come donne, animali reagiscono al passato, alla storia.
Dentro. Al contrario le opere Global Horizons e i due oggetti di acciaio sono ‘assenti’. I primi si incendiano di colore, i secondi, pure nella loro voluta inconsistenza, riflettono lo spazio e quindi anche il tempo, raccogliendo senso.
Fuori. Nel rumore dell’acqua le scimmie che fanno da statue viventi di colpo resuscitano le forme del monumento e le tartarughe di Piazza Mattei, già luogo tragico, che apriva e chiudeva il Ghetto della comunità ebraica. Allora forse il monumento è  qui pensato come ammonimento? E i gibboni scimmiottano gli uomini?
Dalla realtà si salta al docu- video che diventa un amarcord amaro quando la scena della fontana si interrompe e per un attimo si va dal centro di Roma, alla periferia. Un passaggio da Accattone: un bambino gioca a sassi con dei cocci di bottiglia. Gioca col pericolo, in una periferia degradata. Proprio come Pier Paolo. Poi un muro si squarcia e torna nel buco la fontana di oggi. Si ripiomba al presente.
Allora il pretesto è quello giusto per un’altra domanda. 
E noi?
‹‹Siamo stanchi di diventare giovani seri,
o contenti per forza, o criminali, o nevrotici:
vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare.
Non vogliamo essere subito già così senza sogni››.(PPP)

Anna de Fazio Siciliano 
mostra visitata il 24 ottobre

Dall’11 ottobre al 7 novembre 2014
Adam Berg, Pier Paolo’s Fountain
Galleria Pio Monti
Piazza Mattei 18, Roma

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