07 novembre 2014

Fino all’11.I.2015 MASBEDO, Todestriebe Fondazione Merz, Torino

 
Dite addio alla sequenza mittente messaggio ricevente. Spesso il ricevente non comprende il messaggio. E di chi è la colpa?

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Al di là della sovrabbondante quantità di messaggi pubblicitari che immagazzinano l’immagine di una famiglia perfetta davanti alla tavola della colazione o delle coppie perfette da copertina dei rotocalchi, nonostante il surplus informativo e comunicativo – sia esso fatto di parole o di immagini –  che circonda ogni essere umano appartenente alla società del consumo, quella attuale è l’epoca dell’incomunicabilità per eccellenza. La semplice ed immediata sequenza mittente – messaggio – ricevente, come già teorizzato da Marshall McLuhan, ottiene un effetto pervasivo sul pubblico per la sua struttura tecnologica, lasciando spesse volte – se non tutte – il pubblico in questione a domandarsi se abbia realmente capito quel che c’era da capire, o meno.
Che l’uomo non sia capace di comunicare anzitutto con sé stesso, in secondo luogo con la società in cui vive, così come con la sua Storia e la Natura è la constatazione cardine di “Todestriebe”, la personale dei MASBEDO (al secolo Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni) che ha recentemente aperto le porte alla Fondazione Merz di Torino e che ripercorre gli ultimi dodici anni di lavoro del duo artistico.
La black box all’inizio del percorso racchiude la Trilogia dell’Incomunicabilità: in Teorema di incompletezza (2008) e Ionesco Suite (2013) viene messa in scena la condizione afasica del rapporto di coppia, rappresentata da un tavolo con sedie vuote, il cui silenzio viene interrotto da un rumore di spari nel primo video e una cascata di coriandoli cui si mischia una colata di cemento nel secondo. 
Masbedo, Todestriebe, Teorema di imcompletezza 2008
In “Todestriebe”, invece, lavoro nato dalla performance realizzata durante la sera dell’inaugurazione, protagonista è proprio quel senso di morte di cui parlava Sigmund Freud, secondo il quale l’essere umano prediligerebbe il godimento al benessere, per condursi all’autodistruzione. In una sorta di “cinema per adulti” un gruppo di uomini assistono alle immagini di un corpo di donna messo a confronto con quello di una mantide femmina.
L’utopia di I have a dream (2011) di poter ascoltare 11 discorsi pronunciati da importanti personaggi storici dalle bocche degli 11 protagonisti che sono, però, sordomuti è la stessa di quell’ Imagine fatta di sogni cantata John Lennon nel lavoro 2.59 (2014), spazzata via da uno strumento odontoiatrico che ne cancella le parole, rendendo ancora una volta un messaggio illeggibile e dunque incomprensibile. Se nel caso di Ash (2010) l’uomo non è stato in grado di ascoltare il messaggio della Natura (che qui viene presentata nei panni di un vulcano che colpisce inesorabile lo spazio circostante, nelle parole di Michel Houellebecq – «Oggi l’amore non può più dichiararsi. […] L’indifferenza. L’assenza di amore» – presenti in 11.22.03 (2002), tornano a farsi sentire le difficoltà di linguaggio fra uomo e donna.
Oltre alle opere presenti in mostra facenti parte della collezione della Fondazione, il legame con la produzione di Mario Merz trova concretezza nell’installazione al centro del percorso espositivo, Spirale: a partire dal famoso video firmato Gerry Schum dal titolo Lumaca che vede protagonista un giovane Merz intento a tracciare una spirale su una superficie vetrata, i MASBEDO hanno invitato un gruppo di video-artisti internazionali a confrontarsi con l’opera del Maestro in un’installazione ispirata per l’appunto alla forma della spirale. 
Eppure, nel denso e difficile groviglio di messaggi incompresi, c’è una mano di donna, un pezzo di statua in fondo a un acquario, quella di Le voeu (2014). Pur di salvarla – come può esserlo, se è una statua? – una mano maschile la afferra e la tiene stretta, sfidando la presenza di un banco di meduse. 
Se «il medium è il messaggio» sicuramente il mezzo prescelto da Massazza e Bedogni è efficace e diretto, messaggio che riesce a centrare perfettamente il suo destinatario.
La tua missione è andare incontro alla Verità.
Forse non tutto è perduto.

Alessandra Caldarelli
mostra visitata il 12 ottobre 
Dal 4 ottobre 2014 all’11 gennaio 2015
Todestriebe
MASBEDO
Fondazione Merz
Via Limone, 24 – 10141 Torino
Info: www.fondazionemerz.org, info@fondazionemerz.org 

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