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10
novembre 2014
‹‹Le marché du soleil est entré dans la chambre. Et la chambre dans la tete bourdonnante››. (Il mercato del sole è entrato nella camera/E la camera nella testa ronzante).
Queste parole del poeta Tristan Tzara potrebbero essere una buona sintesi per raccontare il ruolo primario che la luce ha avuto nella ricerca dell’americano Edward Hopper. Gli scenari domestici che sconfinano nella messa in scena e le atmosfere rarefatte cariche d’attesa, inducono lo spettatore a supporre che il pittore voglia soffermarsi sull’esistenza umana nella cultura urbana. In realtà Hopper, lontano dall’essere esclusivamente un narratore, appare concentrato sulla fisicità degli oggetti colpiti dalla luce, tant’è che egli stesso ebbe a dire: ‹‹Tutto quello che voglio dipingere sono i raggi del sole sul lato di una casa››.
Le 15 immagini fotografiche e il dipinto introduttivo di Daniele Galliano generano, così, “Hopperiana”, la nuova mostra della galleria Photology che riprende le atmosfere solitarie e malinconiche di ristoranti, teatri, cinema ed uffici americani.
Non c’è phatos nella solitudine hopperiana esasperata invece nelle immagini di Richard Tuschman il quale ripropone, forse in modo troppo didascalico, i celebri dipinti. Il guizzo creativo sta nella resa tecnica: diorami costruiti dalla fusione di fotografia, sperimentazione digitale, disegno e pittura.
Molto più affine e sottile la ricerca paesaggistica dell’italiano Luca Campigotto che in mostra espone alcuni suoi spazi urbani notturni. Qui l’elevata resa del dettaglio e la luce usata in modo personale e scenografico ci trasportano in una dimensione quasi surreale.
Centratissima invece la scelta di Gregory Crewdson che crea immagini ibrido tra il documento e il sogno dove la luce, usata magistralmente, dona sospensione e un forte senso di desolazione. Una netta impronta cinematografica contraddistingue la cifra stilistica dell’autore, altro punto in comune con Hopper. Sono, infatti, ben note le simpatie che esistevano tra Hopper ed Alfred Hitchcock, sopratutto l’interesse del regista per certi tagli compositivi del pittore.
Con questa mostra abbiamo l’occasione di individuare diverse modalità rappresentative della luce, che ci stupisce con le sue variazioni e i suoi giochi, diventando la protagonista di una serie di lavori dal sapore magico che ci mostrano la bellezza stessa del fare fotografico.
Valentina Riboli
mostra visitata l’1 ottobre 2014
Dal 1 ottobre al 28 novembre 2014
Luca Campigotto, Gregory Crewdson, Richard Tuschman – Hopperiana
Photology
Via della Moscova, 25 Milano
Orari: dal Lunedì al Venerdì h. 11.00/19.00
Info: +39 02 6595285, www.photology.com