12 novembre 2014

Jani Ruscica, Screen Test for a living sculpture Otto Zoo, Milano

 
Un video quasi documentario. Con richiami alla scultura classica messa a confronto con lo zeitgeist contemporaneo

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Jani Ruscica descrive il suo lavoro come una lunga corsa in cui ‹‹le stratificazioni temporali sembrano giocare ripetutamente un ruolo significativo nelle catene associative›› che si rivelano nei suoi lavori. Sarà per questo che Screen Test (for a Living Sculpture) presentato alla OTTO ZOO di Milano è un lavoro inedito che deriva dal progetto commissionato dal MOMA PS1 di New York, da Creative Time e MTV global.
Il progetto prende spunto dal tentativo di ricreare gli MTV’s Art Breaks, la leggendaria serie di cortometraggi che negli Anni Ottanta venivano commissionati agli artisti e trasmessi su Music Television durante le pause pubblicitarie (tra i cortometraggi si annoverano quelli di Andy Warhol, Jean Michel Basquiat, Keith Haring e Richard Prince). Per l’occasione Ruscica, in collaborazione con l’artista Sini Pellki, presenta un video che mostra una scultura vivente che prende vita. 
Nella versione presentata nella galleria l’artista decide però di mantenere solo le riprese del backstage del video, dando risalto a quei gesti che in fase di montaggio aveva eliminato per mantenere la stasi della posa della scultura vivente. La scena è pervasa da un’atmosfera silenziosa e trasmette un senso di isolamento mentale corrispettivo di un paesaggio freddo e desolato come quello finlandese, paese d’origine dell’artista. L’immobilità fisica del performer è improvvisamente rotta da un movimento che fa emergere la vulnerabilità dell’attore: il protagonista provato dal freddo e dalle condizioni atmosferiche che corrodono la sua pelle come la pioggia corrode i monumenti esposti alle intemperie, è colto in un momento di fragilità, mostrandone la tensione non solo interiore, ma soprattutto fisica.
Jani Ruscica, Screen test, vista della mostra
Il passaggio dalla stasi al movimento è esattamente il momento in cui si manifesta la sottile linea che trasforma la scultura in un atto performativo.
Quello che emerge è un rituale gestuale e figurativo che è la fonte della creatività: mani e testa. 
Jani Ruscica mette in opera quello che Richard Kostelanetz chiama mixed-means e che oggi viene descritto genericamente come mixed-media: mescolare più forme artistiche per giungere alla creazione di un nuovo genere. Questo sconfinamento porta a un superamento del tradizionale modo di guardare e percepire le opere d’arte, come nel caso di Screen Test (for a Living Sculpture) in cui scultura, video, performance e teatro si confondono.
Inedite contaminazioni vengono sperimentate anche in Material Studies, un lavoro fatto da una serie di collage mixed media, che divagano sul concetto della materia plastica applicata alla materia umana in cui il mezzo della fotografia incontra quello della pittura fingendosi una scultura.

Sara Marvelli
Jani Ruscica, Screen Test
Otto Zoo
Via Vigevano 8, (zona Porta Genova) – 20144 Milano
Info: www.ottozoo.com

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