18 dicembre 2014

Fattacci

 
Eternit, caso Cucchi, strage di Bologna: tre episodi diversi, ma tutti assolti. È l’Italia che cambia?

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Il “vento cambia per davvero” recitava lo slogan pre-elezioni Pisapia a Milano ormai più di tre anni fa. Si assumono nuove consapevolezze nelle coscienze in questi giorni, anzi, si consolidano. Quali? Per esempio il fatto che l’Italia sia il Paese dell’assolvimento (dell’immunità già lo sapevamo). Di recente il caso più emblematico: la condanna a 18 anni inflitta dalla Corte d’Appello di Torino contro il magnate svizzero Schmidheiny “Eternit” che a Casale Monferrato aveva la base della sua ditta che lavorava l’amianto, è stata annullata per prescrizione. L’accusa era di disastro doloso, perché negli anni oltre 2mila persone nel paese dell’alessandrino morirono “per inquinamento”. Una condizione che Luca Vitone ricreò alla Biennale di Venezia nel 2012, attraverso una persistente essenza di rabarbaro, l’odore che aleggiava a Casale.
«Cambieremo i tempi del processo e le regole del gioco della prescrizione» ha detto il premier Matteo Renzi commentando la sentenza della Cassazione. Altro giro, altro regalo: qualche giorno fa la sentenza per la morte di Stefano Cucchi, il giovane geometra deceduto in regime di custodia cautelare per mano, verrebbe da dire, dello Spirito Santo – visto che né polizia penitenziaria, né medici dell’Ospedale Pertini di Roma, sono stati condannati nonostante una caterva di indizi che portavano alle orecchie parole come “disidratazione, denutrizione, percosse”. Nelle ore successive a questa sentenza se ne sono viste di tutti i colori: oltre all’indignazione anche alcuni post facebook che reclamavano “meglio un narcotrafficante morto che vivo” e simili. Terzo regalo: Francesca Mambro e Giusva Fioravanti, accusati di essere state le mani a piazzare la bomba alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980 (attentato di cui non vi sono mandanti-colpevoli) sono stati chiamati a risarcire i famigliari delle vittime. La cifra? Due miliardi di euro. Si, avete letto bene quindi potete trarre da voi le vostre conclusioni. 
Perché abbiamo scelto di mettere insieme questo minestrone di cattive notizie come fatto del giorno? Semplicemente perché l’Italia, e ce ne accorgiamo ogni giorno, non s’è desta per niente. Ci occupiamo di arte, certo, e allora ci chiediamo ancora una volta quale può essere il ruolo consapevole di fronte all’attualità, quale la formula per picchiare duro contro le verità negate, senza avallare i matrimoni dei profitti e delle lobby. Aiutateci a capire, artisti, per non replicare giorni uguali a questi, almeno nelle coscienze.

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