21 novembre 2014

Serena Fineschi, Stato di Grazia Piazza del Campo, Siena

 

di

‹‹Le città contemporanee sono il campo di battaglia su cui poteri globali e significati e identità ostinatamente locali si incontrano, si scontrano, lottano e cercano un accordo soddisfacente, o appena sopportabile, una modalità di coabitazione che si spera sia una pace duratura ma che di norma si rivela soltanto un armistizio; brevi pause per riparare le difese danneggiate e  dispiegare nuovamente le unità di combattimento››. La descrizione di Zygmunt Bauman rende chiare le dinamiche delle città moderne dal temperamento bellicoso, città “ad alta velocità” e ad “alto consumo energetico” materiale ed immateriale, fisico e psichico. 
Siena, città animata da un incessante confronto tra locale e globale, in occasione della decima Giornata del Contemporaneo, organizzata da AMACI, e grazie alla collaborazione attiva del Comune di Siena, è stata la location di un happening in cui si è provato a far durare più a lungo lo stato di “armistizio” di cui parla il sociologo polacco.
Serena Fineschi è l’autrice dell’intervento artistico che ha coinvolto il centro storico senese in un improvviso e temporaneo blackout, una prova collettiva che ha costretto abitanti e turisti ad una reazione emotiva condivisa. Stato di Grazia è il titolo del lavoro che pone il pubblico in un “intervallo necessario” , in uno stato di sospensione e di autoanalisi che implica la ridefinizione dello spazio tra sé e l’altro, ed il ripristino dei sensi offuscati dall’iperattività ottica.
Disattivare l’energia elettrica significa creare un momento di pausa nelle vite dei presenti, tornare a “riveder le stelle”, sentirsi tutti ugualmente disarmati e vulnerabili, quasi obbligati a cercare conforto in sagome e forme relativamente familiari. Così l’inattesa e repentina  pseudo-cecità, attiva la naturale attitudine alla socialità e all’interazione diretta con i luoghi spesso attraversati troppo velocemente, offrendo una visione più complessa, sfaccettata e potenzialmente creativa della realtà .
L’artista propone ‹‹un’opera aperta, una performance urbana che coinvolge a pieno titolo il pubblico per prendersi cura del presente e delle presenze, per ritornare all’umano e all’urbano››, scrive Antonello Tolve nel contributo critico che accompagna il lavoro. La città liberata dalle luci che paradossalmente la oscurano, rivela con naturalezza il suo profilo più intimo, segnato da ombre e penombre, restituendo incanto e stupore e la sensazione di vivere in una dimensione atemporale.
L’opera totale realizzata dall’artista senese può essere considerata come una mostra a cielo aperto, « una personale che si sviluppa su una superficie estremamente dilatata (come quella dell’intero centro storico di una città), con il massimo numero di fruitori inconsapevoli, in un tempo brevissimo»,  come lei stessa ammette. 
Per una volta, dunque, non è la luce a migliorare ed a dilatare la percezione del mondo ma il buio che avvolge e rischiara le menti, ne acuisce l’ingegno ed illumina i sensi perché, in fondo, come sosteneva Antoine de Saint Exupery ” l’essenziale è invisibile agli occhi”.
Ilaria Tamburro
11 ottobre 2014
Serena Fineschi 
Stato di Grazia 
Piazza del Campo, Siena

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