30 novembre 2014

Non solo crolli a Pompei. Un convegno mette in luce le eccezionalità “quotidiane” del più famoso sito archeologico del mondo

 

di

Dal crollo della Schola Armaturarum a Pompei, avvenuto nel 2010, non si fa che parlare del degrado che affligge uno dei siti culturali più importanti del mondo. Infinite sono le notizie che riguardano gli atti vandalici, dai turisti che si sentono autorizzati a portarsi via un cadeaux, agli episodi di atti osceni all’interno degli scavi.
Nella splendida cornice settecentesca del Teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli, si è tenuto invece il convegno I giacimenti culturali: il nostro passato è il nostro futuro, in occasione della presentazione del volume Pompei Insula Occidentalis. La Casa di Marco Fabio Rufo, a cura di Mario Grimaldi. Il convegno è stata l’occasione per affrontare temi di grande attualità: la cultura come fonte di crescita, di occupazione giovanile e di benessere e, soprattutto, sono stati menzionati virtuosi esempi di partenariato tra pubblico e privato, facilitati dal recente decreto legge Art Bonus.
Il progetto di scavo presentato e raccontato nel volume è stata l’occasione per far incontrare personalità di eccellenza del mondo scientifico, accademico, politico e privato: Ambrogio Prezioso, Presidente dell’Unione Industriali di Napoli, Guido Trombetti, Vicepresidente della Giunta della Regione Campania, Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario del MiBACT, Lucio D’Alessandro, rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, il . Umberto Pappalardo, Massimo Osanna, Soprintendente Speciale per i Beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia,il generale Giovanni Nistri, Direttore Generale del G.P.P., Raffaele Cercola e, in qualità di moderatore, Alessandro Plateroti, Vice Direttore del Sole 24 Ore.
Di grande rilievo il contributo di due importanti studiosi di fama internazionale: il Direttore del British Museum, nonché curatore della grande mostra Life and death. Pompeii and Herculaneum del 2103, Paul Roberts, e il Direttore dell’Oplontis Project, John R. Clarke, impegnato in progetti di ricerca nelle ville di Torre Annunziata, la villa di Poppea e la villa B.
È stata evidenziata l’eccezionalità del sito di Pompei, unico al mondo, in cui è possibile rivivere la quotidianità dell’antica Roma. Sito che, come hanno sottolineato i relatori stranieri, oltre ad essere un tesoro di inestimabile valore, comporta una serie di oneri conservativi inimmaginabili nel resto del mondo. Pompei è una città di 66 ettari di rovine, di cui venti ancora da scavare. I cedimenti, purtroppo, fanno parte del naturale corso degli eventi. Le domus sono costruite di materia e, in quanto tale, come tutto a questo mondo, destinata prima o poi a morire. L’infaticabile lavoro di tutelare e conservare è un onere dello Stato. Ma quali altri paesi al mondo hanno un patrimonio storico, artistico, culturale e archeologico anche lontanamente simile al nostro?
Al convegno con passione e commozione Umberto Pappalardo e Mario Grimaldi hanno parlato delle origini del progetto di ricerca Pompei. Insula Occidentalis: le case sulle mura. Progetto che, partito dieci anni fa, si è sviluppato articolandosi in due diversi aspetti: la ricostruzione dei precedenti dati di scavo e, parallelamente, una nuova campagna di indagini archeologiche che ha visto anche lo scavo della Casa di Marco Rufo, la quale si sviluppa su tre livelli, con scale e corridoi di epoca romana ad oggi ancora conservati. Progetto che peraltro affonda le proprie radici in un precedente studio realizzato in collaborazione con l’Università di Tokyo.
Numerose le convenzioni con enti privati, le mostre previste per il prossimo anno che tenderanno a diffondere ulteriormente la fortuna di Pompei nel mondo e i futuri progetti di valorizzazione che riguarderanno, ad esempio, il laboratorio di Scienze Applicate che al suo interno conserva materiale organico carbonizzato, risalente al giorno dell’eruzione, e che aprirà al pubblico in uno spazio espositivo all’interno degli scavi di Pompei.
In definitiva, le nuove tecnologie applicate ai beni culturali, come il laser scanner a luce strutturata, finalizzato alla contestualizzazione planimetrica degli edifici, e il clima internazionale che si è respirato fanno pensare ad un’inversione di tendenza e lasciano sperare una nuova era per l’inestimabile patrimonio storico, artistico e culturale italiano. (Federica Pignata)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui