03 dicembre 2014

Bologna presenta la 39esima edizione di Arte Fiera. Grandi ritorni, e tutti zitti sulle polemiche Sgarbi/Unibo

 

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Nella sala Gnudi della resuscitata Pinacoteca Nazionale di Bologna si è svolta la conferenza stampa della 39esima edizione di Arte Fiera, e dei nuovi passi avanti portati dal “sistema città”, il museo diffuso di Art City.
Il programma della manifestazione, prevista dal 23 al 26 gennaio, viene raccontato con largo anticipo. Ricchi e calorosi gli interventi. Inizia il Soprintendente Ficacci, seguono Campagnoli e Ronchi, Assessore alla cultura. Nella sala rotonda si mette in campo tutto. Con l’obiettivo di fare sistema unendo tutte le forze politiche e non, private e pubbliche, e Bologna sembra volersi giocare il jolly. Ribatte Ronchi :«Con la scarsità di risorse è necessario superare il vizio tutto italiano del conservatorismo». Basta dunque con le paralisi culturali, e così Art City guarda oltre. Saranno coinvolte tutte le istituzioni compreso il “faro” bolognese Bergonzoni, le cineteche, il sistema delle biblioteche, l’Arena del Sole e non solo. Molte le sorprese e le anticipazioni. Tra queste per esempio, si preferirà l’aspetto curatoriale delle esposizioni e non una semplice  serie di mostre da stand fieristico. A Bologna, invece, quest’anno torneranno alcune grandi gallerie, Minini e Artiaco in primis. Segnale molto positivo questo per Giorgio Verzotti (direttore artistico insieme a Claudio Spadoni) che vede questa vittoria come un premio alla collaborazione tra  galleristi, collezionisti, istituzioni.  
E sembra che i riconoscimenti non tardino ad arrivare, anche con le quotazioni in crescita non solo per artisti Made in Bo: Morandi (la cui collezione alla casa museo visitabile solo on demand sarà spostata per l’occasione al MAMbo) Marini, De Chirico. Il progetto, poi, conferma la vocazione internazionale della fiera di Bologna, con un’esposizione dedicata al Medio Oriente, e grandi nomi tra i quali Calzolari, Boetti, Dadamaino, mentre il tocco enciclopedico lo daranno l’anteprima nazionale del film Turner del regista Leigh, le progettazioni abitative di Christian Chiaroni in mezzo agli inevitabili bolognesismi: la criticata”Felsina Pittrice”, l’omaggio a Morandi con la mostra di Ada Duker, le ceramiche di Carlo Zauli. Nulla di male, se non fosse che la conferenza, nonostante il vasto programma, abbia avuto il sapore della difesa del proprio comune. 
Che tirerà fuori dal cappello Alessandro Bergonzoni (che potrete leggere presto su queste pagine) che è solito storcere il naso al campanilismo Made in Bo tuonando «Non solo le radici ma anche i rami»? Ciò non toglie però che meglio di altre città, la piccola Bologna offre tutto il bagaglio di accoglienza possibile mettendo in stretto collegamento non solo le proposte culturali, ma anche tutti i suoi luoghi. (Anna de Fazio Siciliano)

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