18 dicembre 2014

Grande Riccardo!

 
Finalmente uno che non le manda a dire, e che sembra determinato a non cedere alle lusinghe della poltrona. Ancora una grande lezione di stile dall’arte, stavolta di Riccardo Muti

di

Renzi dice che le proveranno tutte per dare lavoro ai giovani, specialmente al sud. Manco fosse una lotteria. Poi pare chieda (perché poi smentisce) a Riccardo Muti di fare il Presidente della Repubblica, dopo Giorgio Napolitano che termina il secondo mandato il prossimo 31 dicembre. L’occasione è il ritorno del Maestro a Firenze, dove era arrivato nel 1968 per dirigere il “Maggio”. In conferenza stampa Muti aveva usato toni decisamente lusinghieri per l’ex sindaco di Firenze, dicendo che se una città è circondata dal bello e brilla come il capoluogo toscano allora brillerà anche l’Italia, aggiungendo: «Nel 1968 Firenze ha creduto in me e ha aperto le porte a un giovane sconosciuto vincitore di concorso. Dopo quarant’anni possiamo chiamarlo buon fiuto. Bisogna osare nella vita, come nella politica».
Parla bene il Maestro Muti, e a ragion veduta. Perché di fare il Presidente della Repubblica non gli può fregar di meno, e ieri dopo le ennesime voci ha rotto gli indugi con un «Basta, questa storia mi ha rotto le scatole, faccio un altro mestiere!».
L’occasione è stata il conferimento della cittadinanza onoraria di Capua, in provincia di Caserta, consegnata nell’aula magna del dipartimento di Economia della Seconda università di Napoli. 
Applausi. Piacerebbe a tutti, probabilmente, vedere un Presidente della Repubblica con una grande professionalità lontana dalla politica. Piacerebbe probabilmente alla stessa classe del Palazzo, come ha dichiarato il sempre più in ascesa (che Dio ce ne scampi)  Matteo Salvini. Quello che non ci piacerebbe, invece, sarebbe il venir meno di una personalità geniale che ha fatto dell’arte, e dell’Italia, un vanto nel mondo. Almeno in un campo. Che sta bene dove sta, appunto. Lontano da chiacchiere e personaggi insulsi. Anche il palcoscenico, come tutti i mestieri, non è esente dai problemi che affliggono la politica – d’altronde il direttore solo pochi mesi fa ha lasciato l’Opera di Roma, che grazie a questo gesto ora può essere ridisegnata – ma la strada del Maestro vogliamo davvero che sia un’altra, per lui e anche per noi. Per continuare a godere del suo talento. 

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