07 dicembre 2014

Miami, Art Basel tira le somme

 

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Ancora non è ufficialmente chiusa, ma la tredicesima edizione di Art Basel Miami Beach, secondo i galleristi, sembra sia stata molto attiva. Era nell’aria già dal primo giorno di apertura, e pare che la mossa di dedicare una lunga preview di due giorni a VIP e collezionisti abbia ottenuto i risultati sperati. Si temeva che il mercato fosse giunto ad un punto morto, dopo i record alle aste ed il sempre crescente numero di fiere internazionali di successo, ma Miami ha sbalordito tutti, galleristi inclusi.
Dopo le frenetiche giornate di apertura, durante le quali alcuni espositori hanno dichiarato di aver venduto anche le opere che avevano lasciato in magazzino, i giorni di apertura al pubblico hanno lasciato loro il tempo di fare due conti.
Iniziamo con una delle vendite più importanti di Miami, un Picasso, un affresco recentemente rinvenuto, datato 1918 che raffigura Venere e Amore, venduto dalla Galerie Gmurzynska di Zurigo per un milione di dollari, un prezzo che sembra basso soprattutto se paragonato a quello di 1,7 milioni di dollari, a cui la stessa galleria ha venduto due grandi dipinti di Robert Indiana. Ad attrarre pubblico nello stand degli svizzeri un dipinto storico di Malevich, Dissoluzione della forma, una di quelle opere che solitamente non si vedono nelle fiere e che infatti non era ufficialmente in vendita, dato anche il prezzo che supera i 60 milioni.  
Segue nella lista lo strano caso della Mnuchin Gallery di New York, che presenta di nuovo una grande opera di John Chamberlain, Miss Remember Ford del 1964, già portata a Basilea lo scorso giugno, dove era passata inosservata. A Miami è stata venduta dopo due minuti per 3 milioni, “alla persona giusta” a detta del gallerista Robert Mnuchin.
In crescita anche il successo dei lavori su carta: Dominique Lévy ha venduto un lavoro di Christopher Wool del 1994 per più di 1,5 milioni. La Skarstedt Gallery ha puntato molto sull’ultimo record delle aste Sigmar Polke, il suo acrilico su carta, Ich will den Stall ausmisten, del 1999-2000, ha fatto incassare alla galleria 1 milione, mentre We’re This and We’re That, di Ed Ruscha è stata venduta per 425 mila dollari da Franklin Parrasch.
Prezzi più bassi alla Mary Boone Gallery, ma la gallerista ha dichiarato di aver scritto dieci fatture solo nel primo giorno di fiera, vendendo tra gli altri una stampa digitale su vinile di Barbara Kruger ed un dipinto di Liu Xiaodong del 2014, che ha raggiunto la cifra di 125 mila dollari.
Tutti hanno segnalato una forte presenza di investitori sud americani, quelli che hanno la seconda casa in Florida, i nuovi ricchi brasiliani, ma non solo. Un significante afflusso di pubblico era sbarcato a Miami dal Vecchio Continente, venuti a fare qualche buon affare all’ultima fiera dell’anno. 

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