16 dicembre 2014

Fino al 9.I.2015 Tatsuo Miyajima: KU Lisson Gallery, Milano

 
Se c'è una cosa che ci ha insegnato l'arte moderna è che tutti gli artisti sono stati contemporanei per la loro epoca

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La prima mostra personale di Tatsuo Myajima, dal titolo “Tatsuo Myajima: KU” alla Lisson Gallery di Milano si presenta come una cosmogonia che intende indagare come il tempo leghi lo spirito dell’uomo all’universo attraverso il misterioso viaggio nell’aldilà. Sia per i materiali scelti che per i contenuti espressi. Per l’utilizzo di materiali tecnologici quali circuiti elettrici, video, computer, ma soprattutto  per l’uso di contatori digitali a LED (Light Emitting Diode), divenuto negli anni la cifra stilistica che caratterizza la sua produzione artistica.
A capire come “la materia luminosa” potesse rappresentare un campo espressivo particolarmente significativo lo intuirono già artisti quali Dan Flavin, Bruce Naumann, Joseph Kosuth che fecero dei tubi fluorescenti al neon dei moderni feticci tecnologici in grado di materializzare  e concettualizzare allo stesso tempo l’opera d’arte. 
Nelle installazioni luminose dell’artista giapponese i numeri composti da LED scorrono dall’1 al 9 su dei supporti neri che si stagliano sulle pareti della galleria come fossero monoliti contenenti i segreti dell’umanità. In queste successioni numeriche che rappresentano il ciclo naturale della vita dominato dallo scorrere del tempo e dal concetto di cambiamento continuo non compare mai il numero zero, che la cultura giapponese associa al concetto di morte o di “vuoto”, che è appunto il titolo della mostra: “KU”.
Tatsuo Miyajima, Life (Ku) no5, 2014
In Life (KU-Wall) improvvisamente e senza preavviso tutti i LED si spengono simultaneamente lasciando lo spettatore con il riflesso della propria figura sullo sfondo dello schermo. Il viaggio dalla vita alla morte è simbolicamente evocato dalla disconnessione dei circuiti di funzionamento del dispositivo che sarà  “riportato in vita” dal sopraggiungere di un nuovo visitatore che casualmente riattiverà i circuiti luminosi.
Doveroso il richiamo a Change di Christian Boltanski che ha dominato il padiglione della Francia alla 54°Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia. In un labirintico sistema di tubi scorre un nastro con migliaia di immagini di neonati in primo piano che improvvisamente si ferma, illuminando il volto di un bambino e facendo suonare un allarme. Un nuovo bambino è nato; poi la macchina della natura si rimette in moto e ricomincia il suo corso verso un nuovo ciclo dell’esistenza.
Ma a differenza di Boltanski, non è il concetto di caso ad interessare Myajima quanto piuttosto le dinamiche che regolano l’universo e gli esseri viventi: una successione di eventi ordinari che si estendono all’infinito come in una sequenza Fibonacci di Mario Merz.
Nella serie C.F. Loop i cavi simili a capillari sanguigni che irrorano un corpo artificiale danno l’idea di scambiarsi messaggi sinaptici e richiamano la necessità dell’uomo di comunicare; mentre Moon in the Ground, posta nel cortile della galleria, di notte si accende come un cielo notturno ribaltando le prospettive terrestri.
La capacità di irradiare luce è non solo un modo per inondare lo spazio, ma anche e soprattutto per suscitare nello spettatore una sensazione. La sensazione che, nonostante tutto, la vita vince sempre contro la morte.
Sara Marvelli
mostra visitata il 5 dicembre
Dal 21 novembre 2014 – 9 gennaio 2015
Tatsuo Myajima: KU 
Lisson Gallery Milan, via Zenale 3, 20123 
Orari: lun -ven 10.00 – 13.00 | 15.00 – 18.00 | Sabato su appuntamento
Info: +39 02 8905 0608 milan@lissongallery.com – www.lissongallery.com

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