17 dicembre 2014

La “Preziosa Opera” di Valenza. In attesa del Museo del Gioiello la cittadina piemontese riscopre le sue collezioni. Tre domande al curatore Domenico Maria Papa

 

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Preziosa Opera, installation view (per tutte le foto: courtesy Emanuele Fusco)
Umberto Boccioni, Filippo De Pisis, Giovanni Boldini, Domenico Induno, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Giuseppe Pellizza Da Volpedo e Andy Warhol sono solo alcuni dei nomi scelti per illustrare il panorama artistico nel quale si è formata la tradizione orafa valenziana. Come l’anno scorso, fino alla fine di gennaio, Villa Scalcabarozzi si trasforma in un museo, in quella che dovrà diventare la sede del futuro Museo del Gioiello di Valenza, con una serie di opere (più di cento)  provenienti dai musei e da collezionisti privati che hanno accettato di esporle (e in alcuni casi di esporsi, rompendo il muro di riservatezza) al pubblico. Il risultato è “Preziosa Opera”. Abbiamo chiesto al curatore, Domenico Maria Papa, di raccontarci un po’ i dietro le quinte di questo nuovo progetto piemontese. 
L’anno scorso il titolo era “Tesori d’arte a Valenza”, quest’anno siamo su “Preziosa Opera”: è in avvicinamento il museo del gioiello? La domanda di fondo però è un’altra: Valenza si rivela di nuovo un territorio ricchissimo di opere e collezioni: non si potrebbe pensare a un museo integrato tra arte e oreficeria?
«Con “Tesori d’arte” abbiamo proposto una parte delle collezioni private valenzane con l’obiettivo di dimostrare come il territorio sia attento all’arte, anche contemporanea. La mostra “Preziosa opera” mette insieme pittura, scultura e produzione orafa di altissima qualità indagando le sotterranee relazioni tra ambiti differenti: l’arte guarda all’abilità artigiana, mentre da sempre l’artigianato si ispira alla pittura e alla scultura del proprio tempo. L’orizzonte potrebbe essere proprio quello di un’integrazione tra arte e oreficeria che, lo abbiamo constatato, è già fortemente radicata nella cultura valenzana. Solo per citare un esempio: l’artista Barry X Ball, che abbiamo in mostra con due sue opere, ha colto l’occasione della mostra per incontrare una grande firma della gioielleria, nota in tutto il mondo, per realizzare un suo prossimo impegnativo progetto. La visita dell’artista all’azienda e l’accoglienza a lui riservata ci confermano sulla bontà del lavoro condotto». 
Cento opere di diverse epoche, stili e tematiche, per una mostra che ha definito una wunderkammer di preziosità: come è nato il progetto?
«”Preziosa opera” nasce da un’indagine approfondita su opere e materiali, anche quelli recuperati presso aziende o dalla scuola orafa locale: venendo meno una rigida differenziazione tra ambiti di lavoro, l’insieme degli oggetti in mostra finisce per dar forma a una straordinaria “camera delle meraviglie”, utile anche per una riflessione sul tema del collezionismo. Prima dell’avvento delle grandi istituzioni museali, le raccolte d’arte rispondevano all’espressione del gusto del collezionista, più che a un progetto sistematico che procede per scuole e periodizzazioni».
Si dice che non c’è due senza tre, e Valenza potrebbe essere un ottimo esempio per questa massima: cosa c’è in previsione per 2015, che sarà anche l’anno dell’Expo? Anche da queste parti ci saranno progetti speciali o tematici?
«Il percorso di lavoro intrapreso, grazie al convinto impegno dell’Amministrazione comunale, della Regione Piemonte, delle Fondazioni bancarie e dei numerosi soggetti privati, ha ottenuto in questi ultimi due anni importanti riscontri consentendo alla città di Valenza di proporsi come un vivace polo culturale, oltre che industriale, prossimo anche fisicamente all’Expo. Cultura e produzione: è questa il binomio che permetterà di consolidare una nuova identità valenzana, alla quale contribuiscono le mostre in Villa Scalcabarozzi».

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