17 dicembre 2014

14 milioni per l’Arena. Firmato l’accordo, stamattina a Milano, tra Cariverona e Unicredit per rimettere a nuovo il simbolo della Lirica nel mondo

 

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«Grati e onorati, a Unicredit, a Cariverona e al Ministro Franceschini, perché grazie al suo Artbonus, che permette agevolazioni fiscali per chi investe nel restauro e nella conservazione di Beni Culturali, ha reso possibile questa operazione». A parlare così, stamane alla Torre A di piazza Gae Aulenti a Milano, è il sindaco di Verona Flavio Tosi, che firma l’accordo per il restauro dell’Arena di Verona insieme al Presidente di Cariverona Paolo Biasi, zero parole in una conferenza stampa bombardata di domande finali, e a Federico Ghizzoni, Amministratore delegato di Unicredit.
In tutto i due enti daranno al simbolo d Verona 14 milioni di euro, divisi in parti uguali, nel triennio che va dal 2014 al 2016, per una serie di lavori che verranno appaltati in quello che si promette sarà un bando di gara pubblico e rigoroso. Cosa comprendono gli interventi? Una sigillatura dei gradoni, messi a ferro e fuoco dagli agenti atmosferici e dalle piogge sempre più torrenziali, un rimodernamento della parte elettrica,  antincendio e idraulico e una remake delle opere murarie e una pulitura generale. 
Stavolta, insomma, Unicredit dice di aver fatto centro e quando a Ghizzoni viene chiesto se non ha paura di finire nel mirino come Dalla Valle e il restauro del Colosseo ribatte con un secco «No, non vedo l’ora di firmare l’accordo!» Già, perché c’è da dire che Unicredit impatta sul territorio veneto di parecchio, essendo il primo gruppo bancario della regione e attraverso la “soddisfazione del cliente”. E siamo certi che dopo l’impegno preso con l’Arena sarà difficile non farsi notare dai cittadini veronesi. In più Unicredit consolida il rapporto con l’Istituzione Scaligera (che fattura qualcosa come 25 milioni l’anno solo di biglietteria, mantenendo la metà dei suoi costi con le sue stesse gambe, caso decisamente raro, specialmente in Italia), perché è partner della stagione lirica dal 1994. 
E con l’’estensione dell’Art Bonus al sostegno delle Fondazione Lirico Sinfoniche, che dà la possibilità di utilizzare il credito d’imposta del 65 per cento non solo per i finanziamenti a favore della realizzazione di nuove strutture o il restauro di quelle esistenti, ma anche alle produzioni dello spettacolo dal vivo, il gioco è fatto, come ha dichiarato anche Franceschini: «L’emendamento del presidente Marcucci, che ha avuto il pieno sostegno del Governo, potenzia la portata dell’Art Bonus, fa compiere un ulteriore passo in avanti nel rapporto virtuoso tra pubblico e privato nella cultura e avvicina il conseguimento della piena autonomia delle Fondazioni lirico sinfoniche».
L’Arena ringrazia, si dice almeno per i prossimi cent’anni (tempo di durata della nuova conservazione). E Tosi presenta in via ufficiosa anche la decisione reale, ma ancora futuribile, di realizzare una copertura per l’anfiteatro: «Si parla di qualche milione di euro, gli sponsor già ci sono. Mancano solo le idee di realizzazione, ma presto metteremo in piedi un nuovo bando». Ma su quest’ultima “necessità” abbiamo parecchi dubbi. 

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