23 dicembre 2014

Fino al 17.I.2015 Roee Rosen, Pasta alla Putinesca Riccardo Crespi, Milano

 
L’universo schizofrenico di Roee Rosen, dove il delirio erotico-paranoiede partorisce una denuncia lucidissima dei soprusi del potere

di

Maxim Komar-Myskin, pseudonimo di Efim Poplavsky, è un giovane artista morto suicida nel 2011. Emigrato da Mosca a Tel Aviv nel 2004, ha fondato il collettivo di espatriati ex-sovietici The Buried Alive, un residuato clandestino di cultura russa ritratto nei The Buried Alive Videos, presenti in mostra insieme a Vladimir’s Night e Astrological Paranoia, due lavori nati dalla propria ossessione paranoica per Vladimir Putin. 
No, ricominciamo. Maxim Komar-Myskin è l’alter ego partorito e già suicidato dalla mente geniale di Roee Rosen, artista israelo-americano poliedrico che fa della costruzione di identità politicamente scorrette in cui immedesimarsi la propria cifra stilistica. 
Insomma, alla Galleria Riccardo Crespi l’apparenza inganna e complesse simbologie si densificano. Quella che pare una personale si rivela in un certo senso una collettiva, ogni identità apparente ne nasconde altre, il delirio erotico-omicida di un paranoico è una satiraferoce e lucidissima e ogni segno esplode in una miriade di rinvii simbolici, generando un universo schizoide e complesso. Ma l’apparenza inganna ancora. È, infatti, la complessità delle immagini a semplificare l’accesso, per chi osserva, alla denuncia senza appello dei soprusi del potere. Un potere personificato da Vladimir Putin,l’acerrimo nemico di Maxim Komar-Myskin con cui si stabilisce un perverso legame simbolico nel nome della zanzara-topo, mostruoso ibrido che li rappresenta entrambi. 
La sua fissazione paranoide per il leader russo genera, nella serie Astrological Paranoia, cieli ossessivamente putinizzati abitati da costellazioni di parole e immagini dalla comicità spinta, come nella frase “Pasta alla Putinesca” in Dinner at Silvio’s, che da il titolo alla mostra. Vladimir Putin è anche il doppio rovesciato e degenere dell’artista, che viene demolito politicamente in un percorso sacrificale senza redenzione, estetizzato nelle 39 tempere e versi di Vladimir’s Night, un incrocio tra la favola macabra e il comic strip,dove il carnefice cade vittima del suo stesso sporco gioco.Prima, dunque, la zanzara-topo, quale emblema del potere viscido e parassitario,si è insinuata subdolamente nel corpo della società, nutrendosene da dentro fino a un pieno possesso, qui efficacemente sessualizzato. Ma ecco, poi, la stessa zanzara-topo/Putin subire impotente la nemesi animistico-erotica del suo doppio implacabile, in cui glioggetti animati lo aggrediscono nel letto, lo violano sessualmente torturandolo, a mo’ di voodoo doll, fino alla morte. E così,il simbolo del sopruso politico viene invaso, sottomesso e deriso da quella stessa realtà che credeva di dominare. Il potere, ormai alla sua ultima orrida notte,cede all’attacco della zanzara-topo/Komar-Myskin/Rosen che con l’arma corrosiva della satira ne lacera i visceri, per mostrarne i retroscena più scomodi, le atrocità più intollerabili che si vorrebbero comodamente rimuovere, ma che restano lì, indelebili, nella vendetta dell’arte scomoda che non tace.
Martina Piumatti
mostra visitata il 29 novembre 
Dal 19 novembre al 17 gennaio 2015
Roee Rosen, Pasta alla Putinesca 
Riccardo Crespi
Via Mellerio 1- 20123 Milano
Orari: da lunedì a sabato ore 11.00-13.00 e 15.00-19.30

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