27 dicembre 2014

Musica

 
Stavolta è Davide Bertocchi, che da tempo chiede agli addetti ai lavori la loro canzone del cuore, ad affidarci la sua playlist

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Sapevo che prima o poi mi sarebbe toccato. Le playlist mi perseguitano da sempre. 
Credo di aver creato la mia prima cassetta musicale intorno agli 8 anni con le sigle dei cartoni animati giapponesi preferiti e da allora mi ha sempre intrigato il potenziale prorompente effetto di una determinata sequenza di canzoni. Come se i brani potessero comunicare tra loro e distribuirsi a seconda di misteriosi criteri estetici per diventare, se possibile, ancora più incisivi. 
Sarà per questo che da circa dieci anni mi occupo assiduamente di compilations con il mio progetto “Top100”. All’inizio la cosa è nata come mia reazione critica al proliferare di discutibili classifiche di «migliori cento artisti» sulle riviste specializzate. Ma con il passare del tempo, e la quantità di materiale musicale raccolto grazie al progetto, mi sento di considerare Top100 un’entità editoriale vera e propria. Un archivio, una specie di «permanent food» musicale se vogliamo. Il CD più recente in senso cronologico è il sesto (2013) che, come gli altri cinque, esiste grazie al fedele supporto di Dena Foundation e di altri cooproduttori con cui ho collaborato a seconda del momento, tra gli altri: la Maison Rouge, Magazzino d’arte moderna, De Appel, Cneai, Marsèlleria, Palais de Tokyo. 
 Franco Battiato, La convenzione
Come forse alcuni sapranno, si tratta di invitare ogni volta cento persone a scegliere la propria canzone “preferita”. Una richiesta spietata ma deformabile e la cui interpretazione, da parte dell’invitato, è sempre la mia parte preferita.
Ad oggi più di seicento personalità internazionali, tra artisti, critici, curatori, galleristi e collezionisti, si sono prestati splendidamente al gioco e il panorama sonoro che ne risulta è ogni volta sorprendente. Seguendo le loro preziose indicazione la quantità di musica che ho dovuto cercare, tra polverosi scaffali di negozi musicali, negli scatoloni di vinili dei mercatini, sui siti web pirata, o quant’altro, mi ha notevolmente nutrito facendomi scoprire vere e proprie perle. Tuttavia il mio attuale cibo è l’ultima fantastica playlist Top100 appena uscita che è frutto di una mia collaborazione con Toilet Paper magazine. Si tratta di un progetto unico e parallelo perché, in questa occasione, i cento pezzi sono scelti unicamente da Toilet Paper come fosse una colonna sonora o una eclettica dj session. Questa nuova compilation inaugura anche una novità formale, infatti la playlist è disponibile e ascoltabile solamente sul mio profilo Spotify (TOP100 / Davide Bertocchi – Toiletpapermagazine Top100).
New Order, Substance, 1987
Ma potrei mai sottrarmi e abbandonare queste pagine senza darvi la mia playlist personale? Come un boomerang la mia ossessione delle canzoni preferite mi si ritorce contro. Bene, allora sappiate che questa lista qui sotto è dedicata a voi che state leggendo queste righe! In questa “Top10” scorre il tempo di gioie passate e amori musicali recenti ma anche la certezza che domani potrebbe essere un’altra lista. A dirla proprio tutta esistono tante playlist in varie mie opere, quelle dove ho usato ruote di vinili incollati o sopratutto una che consiste in 20 dischi 33 giri in scala 1:1 ma completamente realizzati in marmo e con inciso solo il titolo del brano come fosse uno statement filosofico: una versione monumentale della mia collezione di dischi. Comunque lasciamo perdere la solennità ed ecco la famosa Top10 tutta per voi! (la sequenza è puramente musicale e non di valore, e funziona anche in senso opposto).
Numero 10: “Pigs… (In There)” di Robert Wyatt. Una vera scoperta da un’album  bellissimo (Mid-Eighties).
– 9: “Black Arabs” dei Black Arabs. Si trova all’interno di questa improbabile e allucinata miscela che è The Great Rock’N’Roll Swindle dei Sex Pistols. 
– 8: “Hit Me With Your Rhythm Stick” di Ian Dury & The Blockheads. Un grande! Ascoltate la linea di basso straordinaria del mitico Norman Watt-Roy.
– 7: “La Paranoia (Frankenstein – Battiato)” di un giovane Franco Battiato con Juri Camisasca. Del 1972, ma erano già molto avanti. 
– 6: “Paris” di Moondog. l’album si chiama Rare Material che già dice tutto. 
– 5: “Desastre Natural” di Tomahawk, aka Mike Patton. Da brividi. La voce piu originale e versatile degli ultimi quindici anni. 
– 4: “Ceremony” dei New Order, contenuta nell’album “Substance”: bellissima!
– 3: “Freedom Day” di Jean-Michel Jarre & Samuel Hobo. Raro e fantastico esperimento synth.
– 2: “Windowlicker” di Aphex Twin. Vi ricordate la mitica copertina!
Numero 1: “Silver” di Caribou. Il brano più bello del 2014.
Buona playlist a tutti…

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