30 gennaio 2015

Fino al 7.II.2014 T.J. Wilcox, Mathilede Rosier Galleria Raffaella Cortese, Milano

 
Il perturbante. Questa la caratteristica comune ai due artisti presentati dallo spazio milanese. Una mostra che è un viaggio tra fiabe e realtà

di

Mathilede Rosier (Parigi, 1973) e T.J. Wilcox (Seattle, 1965) si presentano con nuovi progetti, diversi tra loro per approcci, tecniche e linguaggi, e che rispecchiano la complessità delle ricerche contemporanee in cui multimedialità e gestualità convivono in una fusione contrastante e insieme paradossalmente armonica.
La poliedrica artista parigina è nota per film, perfomance, installazioni e dipinti che nascono dal binomio danza–musica in cui suono, mimica del corpo e disegni simbolici creano narrazioni, ideali spartiti di un tempo e ritmo interiore e “visivo”. In occasione della sua seconda mostra personale, al numero 7, spazio interrato della galleria di via Stradella, incanta lo spettatore con una serie di immagini di leggiadre figure di danzatrici di grandi dimensioni, inscritte in un cerchio o in spirali. Collages di figure in caduta libera nel vuoto che diventano metafora della vulnerabilità, dell’indeterminatezza del nostro presente, in bilico tra tensioni nazionaliste e condizionamenti globali, disegnati con linee essenziali. Le opere completano la performance che Rosier ha presentato in occasione dell’opening della mostra al numero 4, nella stessa via. Per Rosier, movimento, evoluzioni aeree e vorticose levitazioni innaturali nel vuoto, danno forma alle paure ancestrali, in cui il corpo assume un ruolo fisico e mentale. Non passano inosservate due maschere surreali e inquietanti che suggeriscono viaggi nella profondità dell’inconscio. 
T.J. Wilcox, vista della mostra, Galleria Raffaella Cortese, Milano
Wilcox, conosciuto per film in super 8 e video di 16 mm, al numero 1, con le vetrine che si affacciano su via Stradella, in occasione della sua terza mostra personale, presenta il primo film interamente realizzato con la tecnica dell’animazione The Tales of Hoffmann, ispirato all’opera di Jacques Offenbach I racconti di Hoffmann (1881), con musica e voci del Metropolitan Opera di New York. 
Questo film, insieme ad alcuni light box e collage creati per questa mostra, alzano il sipario sulle potenzialità espressive di linguaggi multimediali e  teatralizzano lo spazio. I suoi personaggi ruotano intorno alla simbiosi tra reale e fantasy, terreno e ultraterreno, mescolando decadentismo e una sofisticata ricerca ipertecnologica.

Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 10 dicembre 2014

Dal 20 novembre 2014 al 7 febbraio 2015
T.J. Wilcox, Mathilede Rosier 
Galleria Raffaella Cortese 
Via A. Stradella 7, 1 e 4,  20129 Milano
Orai: da martedì a sabato 10-13, 15-19.30

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui