17 febbraio 2015

Una farfalla e la fine del mondo.

 

di

Si intitola South American Butterfly, ed è firmata dallo street artist Ron English. Ha fatto parte, insieme ad altri pezzi che comprendevano anche interventi di Shepard Fairey, Swoon e Aryz, di una mostra brevissima che si chiude oggi alla Somerset House di Londra, intitolata “Mapping the city”: una mappatura, appunto, di una serie di città e geografie attraverso un rilevamento soggettivo, piuttosto che obiettivo.
Cinquanta esempi di cartografia non convenzionale, che per certi versi dovrebbero invece insegnarci a come guardare le possibilità del mondo che abitiamo. Due Sud, in questo caso si incontrano, l’America Latina e l’Africa, speculari e attaccati per un filo agli Stati Uniti, mentre l’Europa è scomparsa. Terre “gemelle” che oggi sono brutti anatroccoli, sfruttati, maltrattati, finché non riusciranno idealmente a riunirsi e a trasformarsi in farfalla. E forse sarà la fine del mondo, almeno di quello che conosciamo noi. Una profezia, perché “La Terra non perdona mai”, come ha ricordato anche Papa Francesco nel suo messaggio ad Expo. 

2 Commenti

  1. Non riesco a vedere da nessuna parte l’Africa. se non “concettualmente” (ed anche su questo ho delle perplessità). Ma solo due Americhe Meridionali speculari.

  2. Certamente non voleva essere una lettura scientifica, ma piuttosto poetica. Si parla di Sud e crisalidi che diventano farfalle, che sia Africa o America Latina (e conosciamo la differenza) in questo caso non era di fondamentale importanza

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