26 febbraio 2015

Le Torri incompiute dell’Eur. Se il progetto sfuma arriva la street art, e ci mette una toppa

 

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Abbiamo ampiamente parlato delle vicende che ultimamente hanno colpito il quartiere EUR di Roma, prima in relazione alla Nuvola di Fuksas, ancora in cantiere dal lontano 2007; poi per il presunto coinvolgimento di EUR Spa nella questione di Mafia Capitale; e infine, la scorsa settimana, sulla scampata messa in vendita a privati di alcuni edifici simbolici della zona. 
A partire dagli anni Trenta quando fu progettato in previsione dell’Esposizione Universale, mai svoltasi, il quartiere continua a essere vittima dell’incompiutezza. Ne sono un ennesimo esempio le Torri dell’Eur, prima sede del Ministero delle Finanze, da anni smembrate e ridotte allo scheletro. È interessante sapere che gli alti palazzi in rovina si trovano a pochi passi dalla famosa Nuvola e che sulle loro macerie sarebbe dovuto sorgere un lussuoso palazzo di cristallo firmato da Renzo Piano. Tecnologie innovative, eleganti appartamenti, negozi e uffici con vista sul laghetto, questo il piano presentato dall’architetto in Campidoglio. Purtroppo anche questo progetto, forse a causa della crisi immobiliare, è svanito in una nuvola di fumo e, a quel che resta delle costruzioni, è stato assegnato l’appellativo di “Beirut”, con chiaro rimando alle rovine post belliche. Per rimediare a questa situazione si sta cercando di affittare gli edifici a privati, con l’intento di farli tornare uffici e risanare parzialmente le casse. 
Intanto il Presidente del Municipio IX Andrea Santoro sta cercando una soluzione per migliorare il decoro dell’area urbana in prossimità delle Torri. Per nascondere il degrado dei palazzi si era pensato inizialmente ad una copertura pubblicitaria. Poi l’idea si è sviluppata in un’altra direzione, si è deciso infatti di realizzare un intervento di street art temporaneo inneggiando prevedibilmente alla riqualificazione. Certo, meglio l’arte urbana che qualsiasi cartellone commerciale, ma è giusto utilizzarla per nascondere gli errori dell’amministrazione? Se si riflette in questo modo si attribuisce all’arte una valenza non solo politica, ma anche commerciale: l’opera rimedia a uno scempio architettonico frutto della mala gestione e allo stesso tempo rende probabilmente più appetibile la vendita dell’hotel La Lama, l’albergo di lusso situato davanti alle Torri che dovrebbe finanziare il completamento della Nuvola. Insomma in questa storia di underground c’è ben poco e forse gli street artist non dovrebbero piegarsi così al sistema, rischiando di compromettere definitivamente la loro vocazione. O magari si dovrebbe solo smettere di abusare del termine street art e iniziare a parlare semplicemente di opere pubbliche su committenza. (Giulia Testa).

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