26 febbraio 2015

Fino all’8.III.2015 Federico Gori, Corteccia Museo Ebraico, Bologna

 

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Nella Stanza del memoriale della Shoa – luogo sacrale e colmo di suggestione – Federico Gori (1977) interviene, quasi in punta di piedi, proponendo due grandi tele. Una stanza vuota, in penombra dove sul pavimento sono riportati, scritti in bianco, i nomi di coloro che sono rimasti vittima della discriminazione razziale in Emilia Romagna. Uno spazio carico di storia, di memoria, di sofferenza che l’artista toscano “altera” introducendo Corteccia. L’opera che Federico ha creato appositamente per questo spazio si situa sulla scia del suo filone creativo legato alla natura e al mondo vegetale. Se nel cortile di Palazzo Strozzi a Firenze nella primavera del 2013 aveva proposto Di fragilità e potenza costituita da lastre di rame sulle quali il tempo (e gli agenti chimici) aveva stampato le sagome di foglie e altre specie arboree, qui con Corteccia il tempo è sempre il protagonista ma la materia è più duttile, più fragile e il procedimento di realizzazione totalmente diverso. Si tratta, infatti, di una sorta di frottage che l’artista ha realizzato avvolgendo il tronco di un grande albero con la tela e poi “sporcandola” con erba, foglie, terra e altri elementi naturali così da far affiorare la trama della scorza dell’albero sulla tela stessa. 
Federico Gori, Corteccia, © foto Andrea Paoletti
Anche in questo caso si deve fare i conti con il tempo e con la memoria; la corteccia, infatti, è in qualche modo la memoria di un albero, è attraverso la sua stratificazione, il suo ispessimento che si contano gli anni della pianta, è attraverso la corteccia quindi che l’albero racconta la propria storia.
L’albero dunque è simbolo della memoria ma al contempo testimone della storia, di una storia dura e dolorosa che non può essere dimenticata. 
Le tracce che l’albero, la corteccia, lascia sulla tela sono una sorta di “scrittura” arcaica, alfabeto della memoria, che si rende manifesta per essere letta e interpretata dal fruitore in modo autonomo e sempre diverso. Tracce talvolta sottili e flebili, talaltra marcate e incisive: segni di vita passata, echi di memorie lontane… 
La Stanza del Memoriale è una sala esperienziale, nella quale Federico Gori ha posto questa sua opera site specific: il sottile odore d’incenso, la luce fioca, i colori tenui, i rumori ovattati inducono a un momento di riflessione, ci avvicinano alla sacralità e al rispetto per la conservazione della memoria storica.

Enrica Ravenni
mostra visitata il 24 gennaio 2015
Dal 24 gennaio all’8 marzo 2015
Federico Gori. Corteccia
Via Valdonica, 1/5, 40126 Bologna
Orari di apertura: da domenica a giovedì ore 10-18, venerdì 10-16, chiuso il sabato

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