28 febbraio 2015

Aumenta il terrore in Russia dopo l’assassinio di Boris Nemtsov, e la violenza tocca tutta l’Europa. A Berlino la raccontano Chto Delat

 

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Ieri sera il gruppo Chto Delat presentava Time Capsule Artistic Report on Catastrophes and Utopia presso il KOW di Berlino (nella foto l’installazione). Un progetto dedicato al rapporto con la difficile realtà della Russia odierna, alla definizione delle fratture della nostra epoca compromessa dai nascenti nazionalismi, dall’imperialismo militare ed economico, che delinea l’Europa come una polveriera, in bilico per le tensioni tra Est e Ovest. 
Il timore per il presente, raccontato attraverso l’attivismo politico, è radicato nell’esperienze passate e nella consapevolezza del bisogno di una rinascita politica, e così nell’esposizione non si contano gli innumerevoli riferimenti alla storia artistica e culturale della Russia rivoluzionaria. Riproduzioni dei celebri Progetto per il Monumento alla Terza Internazionale (1919 c.) di Vladimir Tatlin e l’Operaio e la Kolkhoznitsa (1937) di Vera Muchina sono accostati al dipinto Costruttori di Bratsk (1961) di Viktor Popov, i cui protagonisti diventano, in via speculare, gli artisti di Chto Delat, fotografati esattamente nelle stesse pose e con i medesimi abiti. 
La comunicazione del dissesto sociale filtra attraverso interventi di video arte e la narrazione della tormentosa realtà è affidata alla voce di alcuni giovani russi, chiamati a raccontarsi definendo la propria età e area di provenienza usando unità di misura politiche. E chi è nato a vent’anni dal lancio dello Sputnik segue a chi propone Aaron Swartz come eroe da ricordare. La cultura e la storia sono quindi il fondamento su cui la ricerca artistica di Chto Delat costruisce le sue coordinate, rimescolando il conosciuto e cucendolo al nascosto, al meno noto, proponendo una catena di eventi che si conclude nell’attuale clima di paura da abbattere, richiamando noi tutti a prendere una posizione politica, contro la corruzione in Russia, contro il potere della Chiesa Ortodossa, contro la violenza sugli omosessuali, contro la politica europea di non intervento nel conflitto con l’Ucraina, contro la moltitudine di arresti e “suicidi” che sono toccati in sorte ad alcuni, senza alcuna logica apparente se non quella di punire alcuni per spaventare tutti. Una sineddoche che ieri notte ha colpito Boris Nemtsov, l’anti-Putin assassinato mentre passeggiava a Mosca nei pressi del Cremlino, due giorni prima della manifestazione organizzata contro il governo. E se Poroshenko ha salutato amaramente l’amico, “il ponte tra Ucraina e Russia”, alcuni “leader mondiali” borbottano il proprio disappunto, richiedendo a Putin un’indagine pulita e chiara. Chissà da dove deriva questo loro stolto ottimismo che sa di opportunismo, ancora una volta. (Alessandra Franetovich)

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