02 marzo 2015

Fino al 7.III.2015 Thomas Berra, THOMAS Room Galleria, Milano

 

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Room Galleria inaugura la seconda personale di Thomas Berra (Desio, 1986), artista con cui aveva già collaborato nel 2012 con la mostra “CIAO”.
Entrando alla Room, a richiamare istantaneamente l’attenzione è l’allestimento. Lo spettatore resta per un attimo disorientato di fronte all’enorme quantità di materiale esibito: oli, acrilici e tempere su carta e tela di diverse dimensioni, fogli di giornale, biglietti, copertine di libri, opere di amici, fotografie, appunti di viaggio rivestono interamente le pareti della galleria. Non un solo centimetro bianco. Tra un oggetto e l’altro non c’è respiro. Nell’istante in cui entra, il visitatore rimane in apnea in un’atmosfera da horror vacui che rievoca le antiche quadrerie ottocentesche.
La mostra riunisce gli ultimi tre anni di attività dell’artista: ciò che abbiamo davanti è il risultato di viaggi, ricerche ed esperienze diverse, di cui Thomas mette in mostra non soltanto le produzioni considerate finite, ma anche quelle non ancora concluse o persino scartate.
In questo insieme eterogeneo, accanto ai grandi disegni più accademici in cui troviamo tracce dell’espressionismo, del primo Munch, o in certi casi di Carrà, è possibile imbattersi in opere che derivano dalla street art, con un occhio rivolto alla fumettistica italiana. In generale l’attenzione dell’artista si focalizza più sulle linee e i contorni che non sui volumi. Lo studio sulla figura umana si regge su un ricco sistema di riferimenti culturali e cinematografici: personaggi ricorrenti e riconoscibili come Pinocchio (I’m a big liar), la maschera del medico della peste e Gummo sono affiancati da manichini di ascendenza metafisica immersi in uno spazio puramente mentale. Ed è proprio lo spazio – punto cardine della ricerca mostrata – a essere oggetto degli ultimi studi in cui l’artista tenta di dar forma a quella che lui stesso chiama «un’estetica della sparizione»: in queste tele dichiaratamente baconiane, la figura umana è sottratta, cancellata, e l’attenzione tutta rivolta a uno spazio elementare, tracciato attraverso poche linee agili e ridotto ai minimi termini geometrici. Qui lo spettatore si trova di fronte non a uno spazio fisico ma a un’idea di spazio puro e archetipico in cui l’elemento umano è contemplato solo in termini di assenza.
Thomas Berra Solo Show, Room Galleria 2015, ph Zeno Zotti
Tra un’opera e l’altra, gli elementi che fanno da cornice a questi ultimi tre anni: una fotografia con gli amici, un quaderno di appunti, il ritaglio di un quotidiano. Lo spettatore è invitato a perdersi nel reciproco alimentarsi di arte e vita, attraverso un allestimento che genera intenzionalmente la difficile lettura delle singole opere. Non è previsto infatti un percorso di sequenze cronologiche o tematiche che mettano a proprio agio chi osserva. Al contrario le opere, sovrapponendosi indiscriminatamente le une alle altre, vanno a costituire un mosaico di immagini mentre s’interrompono e disturbano a vicenda. La lettura procede quindi per salti e continui cambi di registro. Lo sguardo non riesce a posarsi su un’unica porzione di spazio, è continuamente messo alla prova da questa molteplicità visiva priva di intervalli. Dall’ininterrotto crocevia di immagini nasce il dubbio se l’artista ci abbia o meno messi di fronte a un’opera unica, piuttosto che a un insieme di lavori. In questo caso, l’opera in mostra – ottenuta da un uso intelligente dell’allestimento – potrebbe assumere i contorni di una mappa mentale attraverso cui osservare tre anni di produzioni, fallimenti, viaggi, ricerche e amicizie. In altre parole, la personale di Thomas Berra potrebbe essere la sua totale messa in discussione come artista e individuo.
Sembra confermare questa impressione il titolo della mostra, un semplice quanto significativo “THOMAS”.
Dario Giovanni Alì
mostra visitata il 12 febbraio
Dal 5 febbraio al 7 marzo 2015
Thomas Berra, THOMAS
Room Galleria
Via Francesco Hayez 4, 20129 Milano
Orari: martedì – venerdi: 11.00 – 18.30, sabato solo su appuntamento

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