05 marzo 2015

La rinascita di Shiraga

 

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Kazuo Shiraga (1924 – 2008), membro del gruppo di avanguardia giapponese Gutai, è l’ultima riscoperta del mondo dell’arte. L’artista si contraddistingue per una tecnica pittorica che lo vede sospeso in aria, dipingendo con i piedi.
Il processo della rinascita dell’interesse nei confronti di Shiraga è iniziato alla Biennale di Venezia del 2007, quando le sue opere sono state esposte affianco alle tele di Fontana, rivelando una forte componente interattiva con lo spazialismo dell’artista italiano.
Il collezionista americano Howard Rachofsky da quel momento ha mostrato uno spiccato coinvolgimento per le opere di Shiraga, avviando, insieme al suo art adviser, una serie di viaggi per poterne entrare in possesso.
Nel 2013, al Guggenheim di New York, ha avuto luogo una retrospettiva che vedeva l’artista giapponese protagonista insieme al collettivo cui apparteneva.
Lo scorso dicembre, l’ingresso nel mercato dell’arte è stato prorompente. Un’opera di Shiraga, acquistata nel 1992 a soli circa 15 mila euro, è stata venduta per 3.25 milioni di euro.
Probabilmente lo straordinario interesse per questo artista è legata soprattutto al rinato coinvolgimento per l’astrattismo e le performance.
Sorge spontaneo chiedersi però se Shiraga non rischia di fare la fine di Paolo Scheggi, artista italiano, venduto all’asta per 1.2 milioni di sterline nel febbraio del 2013, e già con le quotazioni delle sue opere ridotte più del 80% a ottobre.
Come afferma Rachofsky: «Le persone gravitano in aree e nei pressi di artisti ancora inesplorati. Ma non tutti sono interessanti quanto le persone possono pensare. C’è una ragione per cui alcuni artisti sono finiti nell’oblio». (Federica Pignata)

2 Commenti

  1. La notizia è sbagliata: Paolo scheggi non ha fatto il record di asta nel febbraio 2013 ma nel febbraio 2015 quindi non si capisce come si possa giudicare che le sue quotazioni siano scese dell’80%

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