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Non c’è da stupirsi che a diciassette anni dal Sexgate ancora si continui a parlare delle vicende che coinvolsero l’allora Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e la giovane stagista Monica Lewinsky. A tornare sull’argomento stavolta è l’artista Nelson Shanks che ha fatto al Philadelphia Inquirer una particolare confessione.
Nel 2006 il pittore newyorkese realizzò un ritratto all’ormai ex presidente e inserì nel dipinto un riferimento alla ventiduenne che fece barcollare la Casa Bianca. Se si osserva il quadro attentamente può notarsi alla sinistra di Clinton l’ombra del famigerato abito blu, protagonista indiscusso dell’intera vicenda. Per chi non se lo ricordasse Monica Lewinsky indossava un vestito blu durante uno dei suoi incontri sessuali nella stanza ovale, a dimostrarlo fu il rilevamento di una macchia sull’indumento riconducibile al Presidente. Questa fu la prova che Clinton aveva mentito sotto giuramento, ma lo scalpore cessò quando ammise pubblicamente di aver detto il falso in uno storico e toccante intervento televisivo. Rientrato lo scandalo e fatto pace con la moglie Hilary, Clinton continuò a governare per altri tre anni, ma l’episodio aveva ormai gettato un’ombra indelebile sulla sua persona. L’abito blu rappresenta proprio quell’ombra, a detta dell’artista il vestito era davvero su un manichino nella stanza mentre dipingeva, ma non in presenza di Clinton ovviamente. Il pittore ha voluto lasciare un segno di quei fatti nella sua opera, ma di certo all’ex presidente non serviva di certo che qualcuno che gli rinfrescasse la memoria. Potere della pittura, e di una vicenda rimasta per tanti motivi, per usare un eufemismo, “memorabile”. (Giulia Testa)