17 marzo 2015

Fino al 3.IV.2015 Plamen Dejanoff, Foundation requirements Pinksummer, Genova

 
L'arte contemporanea ritrova le fondamenta. Non sue, ma dell'architettura. Dejanoff insegna che fare un passo indietro è utile per capire da dove si proviene. E ritrovare un po' di sé.

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In lui alcuni avevano visto un ibrido tra Andy Warhol e Jeff Koons, lo spirito pop radicato in area mitteleuropea (vive a Vienna). Poi il vento non è che sia proprio cambiato, però non avendo limiti ha preso direzioni alternative, le sue scelte si sono in qualche modo rese apparentemente più radicali e i “feticci” di massa – spesso veri e propri instant classic della globalizzazione – hanno lasciato posto ad architetture spettacolari e ad una Fondazione a Veliko Tărnovo, in Bulgaria. Oggi Plamen Dejanoff (Sofia, 1970) sembra tornato in Italia ancor più convinto che le proprie radici abbiano un valore fondamentale, perfetta lezione anche per noi italiani. Lo stesso Dejanoff che tempo addietro si è modificato il cognome dal sound troppo est europeo (l’originale è Dejanov), che ha imparato prima a gestire e poi a godersi i luccichii della scena glam-artistica. Come non detto, il vento dev’essere proprio cambiato.  
Un’operazione d’arte contemporanea basata dall’inizio alla fine sull’archeologia di prodotto, che non dovrebbe temere (ma mai dire mai) nemmeno lo spauracchio di quei “giovani indiana jones” amore e odio del blogger Luca Rossi. I Foundation Requirements che Dejanoff presenta da Pinksummer sono manufatti in legno, moduli di un’architettura d’altri tempi dove l’attenzione ai dettagli – permettete il gioco di parole – non è un dettaglio. Una parete-libreria, un pavimento, una porta, frammenti architettonici scelti con rigore filologico, disgiunti nella stessa misura in cui coscientemente ricreati in un “non finito” che è l’anticamera per la loro eternità. Tre elementi che se possono anche masticare un linguaggio scultoreo sembrano farlo quasi esclusivamente per mettere in discussione (col garbo polemico tipico di Dejanoff) i canoni del design odierno. 
Plamen Dejanoff – Foundation requirements – installation view – courtesy Pinksummer – photo Davide Pambianchi
Non per nulla sono dei foundation requirements, pezzi in cui funzionalità e ornamento di sapore orientaleggiante (almeno per chi vive più ad ovest di Veliko Tărnovo) si ritrovano faccia a faccia, in un tripudio di parti concave e convesse, di curve e rette, incastri messi insieme con una precisione che prima di riconoscersi in standard industriali si ritrova nella mano che le ha fatte combaciare nel migliore dei modi. L’hand made è un nodo cruciale, in particolare se si guarda alla massiccia porta semiaperta, dove s’intuisce al volo come l’estetica del perfetto dialogo tra materiali (legno e borchie in ferro) in un foundation requirement segua le regole della sua dimensione artigianale, senza imbarazzi nel presentare allineamenti non sempre precisissimi, che anzi possono costituire un racconto a sé. 
C’è da spendere qualche parola sull’allestimento “dietrofront”, che in entrata dà bell’evidenza alla parte posteriore degli elementi verticali, lì dove ogni intreccio decorativo si appiattisce e l’artista, assieme ai suoi “requisiti fondamentali”, è a nudo. Dejanoff non gioca più a nascondino, e contemporaneamente annulla il punto di vista privilegiato, lati A o lati B che possano definirsi tali. Mentre attacca al muro un rubinetto che nessuno sceglierebbe mai per il proprio bagno, ma in luccicante bronzo dorato. È la riconferma di qualcosa che lui ha capito già da tempo, in altre occasioni, ovvero che in fin dei conti l’apparenza è pur sempre parte integrante della sostanza.

Andrea Rossetti
mostra visitata il 24 febbraio 2015

Dal 20 febbraio al 3 aprile 2015
Plamen Dejanoff – Foundation requirements
Pinksummer contemporary art
Palazzo Ducale – Cortile Maggiore 28r
Piazza Matteotti 9 – 16123 Genova
Orari: da martedì a sabato, ore 15.00 / 19.30
Info: tel. +39 0102543762www.pinksummer.com

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