21 marzo 2015

Fino al 30.III.2015 Driant Zeneli, When Dream become Necessity. Trilogy (2009 – 2014) Prometeo Gallery, Milano

 

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“When Dream become Necessity. Trilogy (2009 – 2014)” è la seconda personale di Driant Zeneli (1983, Shkoder, Albania) alla Prometeo Gallery di Milano. In mostra tre video: Don’t look at The Sun while you’re expecting to Cross it, da poco realizzato e inedito, chiude un percorso molto apprezzato che ha segnato importanti momenti nel percorso del giovane artista. Il primo lavoro, The Dream of Icarus Was to Make a Cloud, nel 2009 ha vinto il premio Young European Artist Award Trieste Contemporanea, e il secondo, Some Say the Moon is Easy to Touch…,  nel 2011 gli è valso la partecipazione al Padiglione Albania alla 54esima Esposizione Internazionale d’Arte – Biennale di Venezia.
Come sei giunto a decidere – a posteriori – di riunire i video in una trilogia?
‹‹Il primo, The Dream of Icarus Was to Make a Cloud (2009), è il tentativo di realizzare una nuvola volando con un parapendio ed è scaturito dalla curiosità verso quest’azione in sé e dalla sfida che rappresenta, da lì si è sviluppato il secondo lavoro, in Some Say the Moon is Easy to Touch… (2011), in cui il sogno effimero si trasforma in ossessione e prevale l’aspetto di gesto illusionistico: afferrare la luna, mediante il suo riflesso sull’acqua. E poi il terzo lavoro, Don’t look at The Sun while you’re expecting to Cross it (2014), è una prova che si fa ancora più estrema: attraversare il Sole. Considerarli, ora, una trilogia nasce non solo dall’elemento comune del sogno-sfida, ma anche dalla presenza di tre elementi – nuvola, luna e Sole – che fanno parte sia dell’immaginario di ciascuno fin dall’infanzia e che, da sempre, di quello dell’umanità››.
Driant Zeneli, Don’t Look at The Sun While You're Expecting to Cross It, 2014. HD video, color, sound, 04'39''. Courtesy prometeogallery di Ida Pisani, Milan/Lucca. Produced by Vulcano — Unità di produzione contemporanea
Qual è il concetto di sogno che accomuna questi lavori?
‹‹Tutte e tre le performance sono radicate in una definizione di sogno che non è più solo poesia, ma necessità, ossessione di confrontarsi con dei limiti e provare a superarli, tentare di rendere possibili gesti comunemente percepiti come impossibili, che è l’essenza di ogni sogno e desiderio. Alla conclusione della terza performance è arrivato il titolo della trilogia, When Dream become Necessity, ad indicare una riflessione su cosa significhi raggiungere un obiettivo, a cosa porti, incluse la possibilità di caduta e fallimento. In questi lavori c`è la ridefinizione del concetto di fallimento, che è un’eventualità possibile, ma che apre comunque altre vie imprevedibili. Del resto il tentativo, la ricerca, la necessità che generano i sogni e le vie che si aprono al raggiungimento o meno dell’obiettivo sono più importanti dell’esito finale in sè››. 
Questi tre lavori sono molto impegnativi anche dal punto di vista della preparazione tecnica. Che legame c’è tra questi aspetti e il contenuto delle performance? 
‹‹Le performance non riguardano solo il momento dell’accaduto, ma si dilatano verso il prima e il dopo, nella preparazione e nella realizzazione finale dei video. Le azioni sono avvenute in luoghi diversi: la prima a Valona, in Albania, la seconda a Castelfranco Veneto e l’ultima sulle Dolomiti lucane, in Basilicata. In tutte i fattori metereologici e l’attesa delle condizioni ambientali perfette hanno allungato i tempi di realizzazione incidendo anche sulla resa finale del lavoro perché hanno immesso di forza l’elemento della casualità. Tutto ciò non è, infatti, secondario all’aspetto poetico, ma corre parallelo: per arrivare alla realizzazione del desiderio ci devono essere un’attenta regia e organizzazione, non solo la volontà, e così anche il tempo dell’attesa trasforma ogni istante e il senso ultimo del lavoro finito››. 
Che rapporto c’è tra la trilogia e il resto della tua produzione, che in questi anni ha visto nascere anche molti altri lavori?
‹‹Mi viene in mente Forrest Gump, che corre perché ha bisogno di correre e si siede perché ha bisogno di raccontare: in alcuni lavori ho avuto bisogno di mettermi alla prova e in altri di narrare››. 

Silvia Conta

Dal 18 febbraio al 30 marzo 2015 
Driant Zeneli
When Dream become Necessity. Trilogy (2009 – 2014)
Prometeo Gallery, 
Via Ventura, 3 Milano
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18.30
Info: www.prometeogallery.com

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