25 marzo 2015

Il Museo del Bardo non riapre per motivi di sicurezza, e intanto l’Italia cancella un po’ di debito tunisino

 

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Dopo l’annuncio della cancellazione da parte dell’Italia del debito tunisino per un totale di 25 milioni di euro, arriva la notizia che oggi le autorità hanno arrestato il leader della cellula terroristica responsabile dell’attentato della settimana scorsa al museo del Bardo. 
Secondo il segretario di stato al Ministero degli Interni, Rafik Chelli, il commando armato sarebbe stato composto di 16 persone, di cui almeno due tunisini “prestati” ai combattimenti per lo stato islamico in Siria, a fianco dei jihadisti.
Ma c’è un’altra notizia che arriva da Tunisi: il museo non riaprirà, almeno fino a domenica, per questioni di sicurezza. Si sono detti a proposito “sorpresi”, i portavoce del museo, anche se secondo il Ministero degli Interni non ci sono ancora le condizioni per un ritorno alla normalità. 
La portavoce del Bardo, Hanene Srarfi, ha comunicato la decisione all’ultimo momento: “Siamo rimasti sorpresi, ma secondo il Ministero degli Interni per motivi di sicurezza non possiamo sostenere l’arrivo dei visitatori”.
A Tunisi, per qualche ora, si è recato anche il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che ha partecipato a una cerimonia per la stampa con il curatore del museo, Moncef Ben Moussa, per rimarcare attraverso un atto simbolico come i terroristi non abbiano raggiunto il loro obiettivo, e che la democrazia e la cultura siano più forti.

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