31 marzo 2015

Un letto con l’antifurto. Ancora una sorpresa per “My Bed” di Tracey Emin, da oggi alla Tate Britain

 

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A partire da oggi il famoso e discusso letto che Tracey Emin realizzò nel 1998, è esposto di nuovo alla Tate Britain dopo 15 lunghi anni. L’installazione, che rievoca la depressione e la sofferenza scatenata dalla fine di un rapporto amoroso, è diventata con il passare del tempo una sorta di ritratto di Tracey da giovane, specchio di una vita e di un’epoca libera e sregolata.
È alla Tate infatti che il letto fu esposto per la prima volta nel 1999 in occasione del Turner Prize. L’anno successivo valeva già più di 200mila euro, per essere acquistato poi nel 2014 dal Conte Christian Duerckheim, per una cifra superiore ai 3 milioni e mezzo di euro. L’uomo d’affari e collezionista tedesco ha prestato My Bed al museo per i prossimi dieci anni, offrendo un’occasione unica per vedere l’opera sotto un aspetto differente. Da oggi si potrà infatti riadattare il lavoro al suo contesto originario, mutandone soprattutto la percezione. Del resto, quando prese parte al Turner Prize, My Bed era qualcosa di totalmente nuovo e decontestualizzato. Ora invece i visitatori ammireranno l’opera sotto una luce totalmente diversa: il letto è stato inserito tra i settecento anni di arte britannica della collezione permanente, dimostrando l’importanza acquisita nella scena artistica d’oltremanica. Emin ha scelto di affiancare l’installazione a due dipinti di Francis Bacon (Study of dog del 1952 e Reclining Woman del 1961), che sembrerebbero collegarsi bene al suo lavoro.
La Tate per proteggere l’opera ed evitare che i visitatori tocchino il letto ha installato dei particolari allarmi di sicurezza, che rischiano però di rendere l’esperienza un po’ rumorosa. Una misura necessaria se si pensa che nel 1999 due turisti cinesi saltarono sul materasso, iniziarono una battaglia con i cuscini e provarono anche a bere da una delle bottiglie di vodka dell’installazione. Quando invece My Bed fu esposto in Giappone, un fruitore particolarmente entusiasta pensò bene di rubare un paio di mutandine usate. Cleptomania feticista. (Giulia Testa)

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