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Ci sono i mappamondi trasparenti di Giò Tirotto, una scultura “illusoria” di Alessandro Zambelli, i vasi di Giorgia Zanellato, macchine per complicare un gesto semplice, che in realtà non avrebbe bisogno di essere progettato, ideato da Simone Fanciullacci e Antonio de Marco dello studio 4P1B, una lampada di Matteo Cibic e c’è anche Marco Raparelli che in questo caso è autore di un’installazione nella quale i suoi disegni prendono forma su un tavolo in ferro, realizzato dalle mani del fabbro Giovanni Casellato.
Ecco la terza edizione del “Padiglione Italia” del Fuori Salone, che si trasferisce alle residenze Litta in Corso Magenta, e che con la curatela della gallerista Claudia Pignatale, proprietaria dello spazio romano Secondome, cerca un’altra visione che avvicini arte contemporanea e oggettualità. Unendo materiali e idee. E tracciando la strada per nuove mostre: oltre alle bottiglie e ai bicchieri di Raparelli, per esempio, in ottobre si terrà una mostra intitolata “Wrong is Wright”, a cura di Valentina Ciarallo, dove la tavola sarà idealmente completata anche da piatti, tazze e complementi per la cucina in edizione limitata.