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Lo abbiamo auspicato, nel nostro “Fatto”, che qualcosa si potesse muovere nei confronti dell’inestimabile valore culturale del Nepal, colpito dal terremoto. Perché se l’emergenza ora è umanitaria, comprensiva di epidemie e migliaia di bambini rimasti orfani, ci sono anche i danni che «mettono seriamente a rischio l’identità nazionale del Nepal», ha dichiarato il ministro Dario Franceschini.
Che per quanto possibile ha indetto una campagna di aiuto al Paese orientale, contattando le autorità locali «per offrire, a fianco agli interventi umanitari di emergenza del ministero degli Esteri, le competenze e le professionalità del Mibact necessarie a definire e adottare le misure emergenziali per la preservazione e il recupero del patrimonio culturale danneggiato dal sisma del 25 aprile».
Un bel gesto davvero, che agli italiani potrà muovere, per certi versi, una profonda amarezza, visto che di “professionalità” e fondi che abbiano risollevato l’Aquila, giusto per mettere il dito nella piaga, non paiono essercene state parecchie, almeno nel bellissimo centro storico, ancora fantasma.
«L’Italia dispone delle migliori professionalità sia per la gestione dell’emergenza che per il successivo recupero e restauro del patrimonio artistico e monumentale ed è per questo che, tramite il console generale del Nepal, abbiamo offerto tutta la nostra disponibilità ad intervenire direttamente», ha spiegato il Ministro. Chissà, in casa d’altri magari funziona davvero!